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RAVENNA - "Esonerare dallo studio di Dante, come avviene per alcuni studenti islamici di una scuola trevigiana, è 'anacronistico'. E probabilmente nemmeno ipotizzabile a Ravenna, città che ne custodisce le ossa e ne perpetua studio e ricordo. Caratterizzandosi da sempre come porta d'Oriente e città di relazioni", così la direttrice della Fondazione Ravennantica Francesca Masi, ente che gestisce in città anche Museo e Casa Dante.

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