TARQUINIA - La cittadina etrusca festeggia con l'AICC, Associazione italiana città della ceramica, con la mostra itinerante "Ritorno a Fuping", inaugurata all'ultimo piano di Palazzo Bruschi Falgari dal sindaco Alessandro Giulivi, dal vice Luigi Serafini e dal curatore Matteo Zauli, direttore del museo Carlo Zauli di Faenza.
E' Giulivi a riconoscere al suo vice il merito dell'adesione all'associazione: "Luigi è stato il primo che ha creduto nell'Aicc e la bontà del circuito delle città della ceramica dimostra l'importanza della presenza di Tarquinia".
La mostra, realizzata nell'ambito di "Buongiorno Ceramica" è visitabile fino al 2 giugno 2024 e presenta le opere di 13 artisti e soprattutto i ricordi e la maestria acquisita nella residenza al Fuping Pottery Art Village in Cina, dove per un mese hanno vissuto e soprattutto creato con gli artigiani cinesi.
E' Matteo Zauli a raccontare quella particolare esperienza: "La ceramica si sviluppa dove c'è la terra buona, e le nostre 50 realtà associate, tutte cittadine medio piccole, sono piene di sorprese. Da questi luoghi sono andati 14 artisti che hanno vissuto un mese di residenza in una cittadina verace, 7 alla volta, un luogo vicinissimo al famoso Esercito in ceramica. C'è qualcosa di magico nelle loro opere e si vede anche dalle foto, scattate da loro, rielaborate in forma artistica per diventare loro stesse un'opera, China Colors. I manufatti esposti sono riproduzioni o nuove opere ispirate a quel viaggio, perché le opere realizzate sono rimaste lì per i noti problemi del covid. Per questa mostra sono state rifatte e sono tutte dedicate alla Cina e all'esperienza vissuta. La ceramica è un materiale antichissimo, ricordo che il primo coccio fu realizzato dall'uomo primitivo per raccogliere l'acqua, e nonostante questo è ancora molto attuale. Ora le ammireremo insieme ma approfitto per ringraziare della vostra splendida ospitalità etrusca".
Zauli e gli ospiti hanno ammirato le varie sale, una visita fatta di racconti sia sugli artisti che sulle loro opere. Che siano vasi raffinatissimi, forme spaziali, vene d'argilla, gusci che riflettono le ombre del luogo, ricordi su un diario o impressi in mattonelle o ancora installazioni sonore che richiamano il potente suono delle cicale che caratterizza quel luogo nel caldo estivo, tutto richiama un mondo lontano che la ceramica unisce e addirittura fa parlare, nonostante una distanza infinita per un popolo che non conosce l'inglese ma ha saputo accogliere gli artisti italiani e condividere la passione della "terra-cotta".
Il curatore ha annunciato che l'esperienza potrebbe ripetersi e in questo caso potrebbe partecipare anche un artista tarquiniese.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi