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L'orgoglio Lazio colora il Campidoglio. Lotito: "Rappresentiamo la storia del calcio a Roma"

ROMA - Ad un passo dai 120 anni di storia, finalmente la Capitale ha celebrato un successo della sua prima squadra, la S.S. Lazio, che è stata accolta nell'aula Giulio Cesare, luogo istituzionale più alto, sede del parlamentino cittadino, dalla padrona di casa, la sindaca Raggi.

Nella giornata più strana di ttutta l'estate, con un temporale improvviso e scrosciante come non capitava da mesi, che ha messo in difficoltà i tifosi ospitati all'esterno, la Lazio ha avuto la sua festa istituzionale più grande per la vittoria della Coppa Italia, la sua settima della storia.

Per un pomeriggio, e forse per molto tempo a venire, i colori, quelli più alti, sono stati il bianco e l'azzurro, non per motivi istituzionali ma per orgoglio cittadino, come ha dichiarato la stessa Virgina Raggi nel suo discorso, accomodandosi in aula dopo che avevano preso posto giocatori, staff, e soprattutto Coppa Italia e Olimpia, l'immancabile aquila che accompagna la squadra allo stadio.

"Grazie per le emozioni che ci avete dato con la conquista della Coppa. la settima della storia. Siamo qui a celebrare il successo per rendere il giusto omaggio al vostro trionfo - ha precisato la prima cittadina nel discorso ufficiale - quando avete alzato il trofeo al cielo, un orgoglio per tutti noi e per la città, una vittoria che ha ripagato lo sforzo di un intero anno e il lavoro di un gruppo. La città vi ringrazia per questo, certi che sarà un ponte tra la vittoria precedente e il futuro, quello che state preparando in questi giorni, ora che si alimentano le speranze del nuovo campionato italiano ed europeo. Grazie per aver scelto questo momento per la presentazione della maglia della prossioma stagione, che indosserete con orgoglio, speriamo parta uno straordinario cammino, sperando di trovarci ancora a celebrare altri trionfi".

Perché il concetto è tutto qui: la vittoria, quella che si celebra quando arriva il fischio finale, che ti fa alzare un trofeo, non importa quanto sia grande, a Roma, da anni ormai, ad alzare trofei si vede solo la Lazio. E giustamente al Comune se ne sono accorti, ed hanno organizzato una celebrazione istituzionale per omaggiare gli uomini di Simone Inzaghi, presente con la sua consueta eleganza e riservatezza.

Prima dello scambio degli omaggi la parola è passata al presidente Lotito, che non ha perso occasione per la sua tradizionale filippica: "Grazie per averci accolto, dopo tanti anni, nella nostra casa. E' un orgoglio essere qui come rappresentanti della città di Roma, perché la Lazio rappresenta la storia del calcio a Roma. Grazie a tutti quelli che si sono sforzati per ottenere questo successo, perché si vince tutti insieme, è la vittoria di tutti, la vittoria della città di Roma, perché noi ne rappresentiamo i colori, anche grazie al nostro simbolo, l'aquila. Da sempre siamo il cambiamento - ha concluso - in lotta per premiare il merito, il sacrificio e la libertà, tenendo sempre alla base i valori dello sport".

Come previsto Lotito ha ricevuto la statua del Marc'Aurelio mentre la sindaca Raggi ha avuto la maglia ufficiale, con stampato il suo nome e il numero 1, e la terza maglia.

Pochi attimi per la foto con la coppa, i cui fiocchi biancoazzurri continueranno a colorarla fino alla prossima finale. lasciando per sempre inciso e per ben sette volte il nome della squadra S. S. Lazio, e poi via, di corsa nelle auto, dopo qualche abbraccio tra tifosi e giocatori. Come sempre acclamatissimo Lulic, e gli ultimi saluti tra personaggi che fanno ormai la storia della Lazio. Due fra tutti: Fidel Mbanga Bauna Bohamba, storica voce del Tg3, e Guido De Angelis, anima di Lazialità, salutati dai capi ultrà della Nord come divi.

Immancabile la forte rappresentanza made in Tuscia della squadra, da Cataldi, le cui origini sono di Civita Castellana, a mister Massimiliano Farris, al campione del mondo Angelo Peruzzi, entrambi nello staff tecnico e seduti vicini durante la premiazione, aspettando magari un ritorno di Cristiano Lombardi e Sandro Rossi, pezzi di cuore viterbese che sarebbero perfetti in questa Lazio.

Teresa Pierini