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Il culto della Madonna vestita nella Tuscia: devozione, fede e l'arte della tradizione

VITERBO - Inaugurata questa mattina la mostra "Tessere la speranza. Il culto della Madonna vestita nella Tuscia", curata da Margherita Eichberg, Luisa Caporossi e Marcello Arduini e allestita nel Monastero di Santa Rosa fino al 26 ottobre 2019.

Un viaggio nella devozione che sfocia nell'arte popolare, quella delle giornate intere dedicate al ricamo, per rendere meravigliosi gli abiti con cui vestire un simulacro, Una passione che secoli fa ha interessato tutti i paesi della provincia, che viene riprodotta con alcune delle statue più belle, della Diocesi di Viterbo e di Civita castellana.

Ogni statua è presentata con un corredo meraviglioso, dagli abiti intimi, che in alcuni casi venivano cambiati ogni 3 giorni, ad abiti ricchissimi, fino a parrucche, veli e scarpe dal ricamo raffinato. Per due mesi le sale del monastero di Santa Rosa (Sala del Quattrocento e Sala delle Colonne) saranno a dispozione dei visitatori, insieme agli ex voto appena restaurati e le altre due sale dove è possibile ammirare una serie di oggetti appartenuti a Santa Rosa e al Monastero.

Stamani l'inaugurazione della mostra, in cui hanno "sciolto il fiocco" il vescovo Fumagalli e la soprintendente Margherita Eichberg, presente anche il sindaco Arena e gli assessori Contardo e Allegrini, al prefetto Bruno e al questore Macera, insieme a decine di persone che hanno affollato la sala, molte più del previsto.

E' il vescovo a pronunciare le prime parole, vicino alla superiora, Suor Francesca, e alla soprintendente Eichberg. "Questa è la testimonianza della nostra tradizione, decisamente comune tra il 1700 e il 1800 - ha precisato mons. Fumagalli - che venne ferocemente ostacolata nel 1900, tanto che a Piansano fu inibita e il vescovo fu preso a sassate, quando provò a presentarsi per la processione. Pensate che la Madonna di Oriolo veniva cambiata 3 volte a settimana, partendo dalla biancheria. Oggi le vediamo come opere belle dal punto di vista artistico, ma è evidente il segno della devozione, della nostra fede. Le persone, un tempo, amavano la bellezza delle chiese e dei suoi arredi, oggi è segno della tradizione dei nostri luoghi. Torniamo a conservare questa bellezza, per donarla alle nuove generazioni. Mi raccomando, non buttate mai nulla: a Santa Severa c'era uno 'stato delle anime' che venne buttato dal parroco, lo recuperai per fortuna e, pensate, tempo dopo un ragazzo potè fare la tesi recuperando nomi, professione e tante altre informazioni sugli abitanti".

Parole pienamente condivisibili dalla dottoressa Eichberg: "E' molto bello vedere quanto interesse mostrate oggi, con la vostra presenza, noto sempre più spesso che in provincia ci sono occhi di persone che vogliono conoscere, è bellissimo questo, dimostra attenzione. Ringrazio Alfonsina Russo per aver avviato questo percorso, che ora nell'integrazione intesezionale di quattro soprintendenze ci permette di conoscere ed amare ogni aspetto dell'arte, dal contenuto, come queste statue, al contenitore, il monastero. Questa mostra ha già avuto 8 tappe, dal 2012 ad oggi, sempre puntando l'attenzione su vari lati: qui c'è evidenza ai manichini, i cosiddetti simulacri, ogni tappa di questa mostra apre una via di ricerca e fa fare nuove scoperte, come nell'aula superiore, dove è stato trovato l'affresco di una santa filatrice".

Al termine sono iniziate le visite guidate tra le opere, con le spiegazioni di Luisa Caporossi e Marcello Arduini.

Dal 31 agosto al 26 ottobre 2019
Orari di visita: 9:30 – 12:30, 15:30 – 18:30
Per info: Tessili Antichi Tel. 334 8834417 - 333 3215200

Teresa Pierini