Un arrivo sotto la pioggia che non ha fermato le autorità civili e militari, pronte a presentarsi al nuovo vescovo, che è giunto in piazza con il picchetto armato composto da tutte le realtà militari cittadine e poi ha avuto la festa colorata dei musici e degl sbandieratori del Pilastro.
Giunto in chiesa ha ricevuto il saluto del sindaco Frontini, di quello di Sessa Aurunca, e del presidente della Provincia Alessandro Romoli.
Per la prima cittadina viterbese, che non ha nascosto l'emozione nel ringraziare il vescovo Lino, la speranza che il suo successore sappia far tesoro del lavoro fatto finora: "Andando alla Madonna della Quercia e a Santa Rosa ha toccato con mano il nostro tesoro dell'anima. In questo momento ci sono nuove povertà che vanno riconosciute e noi tutti dobbiamo essere corresponsabili, evitando la logica della non competenza per impegnarsi insieme al raggiungimento degli obiettivi comuni".
Lorenzo Di Iorio, primo cittadino di Sessa Aurunca, prima di un abbraccio consolatorio ha ammesso: "Non avremmo mai voluto separarci da lei, ma oggi siamo felici per la comunità di Viterbo".
Infine il presidente Romoli, che parte raccontando la grandezza del territorio che racchiude i luoghi della testimonianza di santi come Bonaventura, Rosa, Crispino, e tanti altri, un territorio ricco di storia, cultura e spiritualità: "L'accogliamo come guida spirituale dei credenti, sottolineando come nella società attuale imperversi l'individualismo, per questo al centro delle nostre azioni ci sarà sempre la persona. Sono certo che lei saprà sapientemente guidare questa comunità cristiana in un viaggio stimolante. E' questa la sfida che accettiamo".
Alle parole civili sono seguite quelle religiose della celebrazione, anticipate dal saluto del vescovo Fumagalli che commosso ha accolto il suo successore consegnando il pastorale, seguito da don Flavio Valeri che ha letto l'atto di nomina firmato da papa Francesco.
Durante l'omelia il vescovo Orazio ha accolto le parole delle autorità: "Due invocazioni che raccolgono l'eredità di fratello Lino, che vedo preziosa e mi vedrà impegnato perché nulla sia perduto. Lo avete chiesto nei saluti iniziali, una chiesa in cammino, carovana solidale, la nostra preoccupazione deve invitarci a vivere, diventare azione - ha sottolineato il neo vescovo -. La difficoltà economica rende il nostro ambiente di vita meno umano e solidale, con un lavoro che molto spesso non c'è, questa invocazione la rivolgiamo verso colui che ci viene incontro, Cristo nostra speranza. Diamo la risposta a Dio, che spera in noi, cambiamo prospettiva, e usciamo dal terreno melmoso dove ognuno ha la sua responsabilità e diamo volontà al cuore, raddrizzando i nostri pensieri. Possiamo farlo attraverso due parole: perseveranza e consolazione, perché il Signore spera in una chiesa che sappia consolare con la perseveranza".
Infine il messaggio al suo nuovo gregge: "Vorrei dire tante cose, ma avremo tempo, camminiremo insieme e potremo vivere secondo le invocazioni, sappiamo che il viaggio sarà difficile ma chiedo al Signore che la speranza viva in noi".
La giornata viterbese del vescovo Orazio era iniziata con la visita ai luoghi simbolo cittadini: il santuario della Madonna della Quercia, patrona della Diocesi, Santa Rosa, patrona della città (vedi foto sotto), ma anche i luoghi di sofferenza, come la casa di Cura Villa Rosa e il carcere di Mammagialla.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi