La prima è stata accolta dalla direttrice Sara De Angelis e dall'assessore Antoniozzi, che si è complimentato per aver pensato e realizzato la rassegna, accomodandosi poi in platea per ammirare lo spettacolo.
Nel cortile della rocca che ospita il Museo Nazionale etrusco la platea occupa tutto lo spazio a disposizione (ridotto per i lavori in corso).
L'opera buffa mozartiana, che per sottotitolo recita "la scuola degli amanti" è postata in scena nel modo più fresco e possibile, merito di un cast giovanissimo, alcuni addirittura al debutto in un'opera intera, guidati dal direttore Amendola, istruiti per giorni dal regista Fornari e controllati "a vista" sul palco da Roberto D'Abbondanza, baritono di grande esperienza che si è messo a disposizione in questo progetto dedicato ai giovani.
La risposta sul palco dei cantanti è stata davvero impeccabile, con punte d'eccellenza. Oltre a voci perfette, preparate e ben modulate, fresche di conservatorio e appena diplomate, la prova importante era nella recitazione, fondamentale nell'opera lirica, dove oltre ad ascoltare i dialoghi (se ben cantati) è necessario aggiungere il giusto atteggiamento attoriale, punto su cui ha maggiormente lavorato il regista.
Plauso per il coro, anche questo viterbese come molti musicisti, l'Endecavox Ensemble, arricchita da alcuni studenti del liceo artistico Santa Rosa, chiamato sul palco nei momenti più coinvolgenti, come la finta partenza al fronte dei fidanzati (geniale l'intuizione della prua della barca realizzata con le panche di scena), o il matrimonio con gli alter-ego degli stessi fidanzati, mai partiti ma coinvolti nel gioco-truffa di don Alfonso, diabolico istigatore del tradimento femminile.
Complimenti a Fornari e al gruppo di lavoro per la complicata scelta di rappresentare una scenografia miminalista, riuscendo a comporla con panche, sedie, drappi che diventano vele o tende di verdura artificiale che si trasformano in giardini graziosi. Un piccolo cenno agli occhi che richiama l'immaginazione e fa costruire scenari meravigliosi, supportati anche dai bellissimi archi interni della Rocca Albornoz, che grazie a giochi di colore diventano anch'essi scenografia.
Prova superata in questa prima rappresentazione, dove sono stati protagonisti Cecilia Taliano Grasso (Fiordiligi), Federica Fiori (Dorabella), Jessica Ricci (Despina), Roberto D'Abbondanza (Don Alfonso), Wang Kai (Ferrando), Giulio Iermini (Guglielmo) Antonio Frazzoni (attore mimo), Chiara Bileci e Sumire Kajiwara (parti recitate).
Orchestra Accademia degli S.Vitati (Corrado Stocchi, violino, Matteo Cristofori, violino, Andrea Domini, viola, Cristiano Bellavia, violoncello, Lucio Esposito, contrabasso, Micaela Galamini, oboe, Alessio Costanzi, fagotto, Fausto Ricci, Corno, Emanuele Proietti, corno, Federico Amendola, basso continuo), direttore Federico Amendola, coro Endecavox Ensemble (e alcuni studenti del liceo musicale Santa Rosa) diretto da Antonella Bernardi, maestro collaboratore Claudia Stella, regia Augusto Fornari, assistente regia Toni Fornari.
Il cartellone prosegue, sempre alle 21, stasera, 6 luglio, con “Orchestralunata” selezione folk e klezmer suonata da 15 musicisti mentre venerdì 7 arriva “Gershwin suite” jazz con Marco Guidolotti. Unico giorno di pausa sabato per tornare domenica 9 con “La musica del cinema e Pierino e il lupo”, selezioni di vari autori e colonne sonore del cinema, con cantanti e strumentisti dell’Accademia degli S. Svitati e regia di Augusto Fornari.
Biglietto d'ingresso 8 euro, invariato rispetto a quello tradizionale del museo, compreso 1 euro a favore delle popolazioni emiliane post-alluvione.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi