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Mantoan, direttore generale Age.Na.S sul covid: “La casa deve diventare il primo luogo di cura”

Viterbo
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VITERBO - Tornano ad aumentare i contagi, guardando indietro, fino a due anni fa, è facile verificare come l'unica misura che ha fermato la diffusione sia stata la chiusura drastica, quel "resta a casa", per non usare il termine inglese fin troppo abusato, esperimento duplicabile in un ecomonia di mercato. Il resto, è evidente, non ha dato i risultati sperati e forse è il momento di fermarsi e capire quale sarebbe la via giusta da seguire.

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Ci ha provato il comitato Terapie Domiciliari Precoci che ha partecipato ieri a Napoli, Città della Scienza, all’evento “Laboratorio Sanità 20/30”, promosso dalla “Fondazione Gutenberg” per l'Innovazione e la sicurezza in sanità, in collaborazione con Age.Na.S., Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, con il patrocinio dell'Istituto Superiore di Sanità, la Regione Campania, il Comune di Napoli e la Conferenza delle Regioni e Province autonome.

“La casa deve diventare il primo luogo di cura, grazie allo stanziamento di fondi e al consolidamento della telemedicina”. È quanto ha affermato il presidente Domenico Mantoan, direttore generale Age.Na.S., nel corso della mattinata.

A tal riguardo Erich Grimaldi, presidente UCDL, presente all’evento, ha domandato direttamente a Mantoan: “Perché non è mai dato ascolto al Comitato Terapie Domiciliari Precoci? La nostra rete opera in tutto il Paese, da due anni e mezzo, grazie al supporto e alla disponibilità instancabile di professionisti volontari. Se ci aveste ascoltati prima avremmo evitato molti morti”. A sostenere quest’ultima affermazione è stato in primis, in un fuori onda a Report, il primario Suter.

Nessuna risposta purtroppo, perché Mantoan ha detto di non ricordare l'episodio ed è andato via, senza dare ulteriori risposte.

“Si continua a parlare di mascherine, quarta dose, vaccino aggiornato, ma tra le misure per dare immediato supporto ai fragili non emergono mai le cure - ha aggiunto Valentina Rigano, Portavoce UCDL -. Al vuoto totale che regna attorno alle cure per il Covid si affianca l’ennesimo taglio alla sanità territoriale: la chiusura delle USCA. Il tutto nel pieno dell’ennesima recrudescenza della pandemia, con oltre 100mila casi giornalieri”.