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Tutelare le radici del centro storico, con la speranza di rivedere aperto Schenardi

Viterbo
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VITERBO - Le botteghe artigiane della città si raccontano: allo Spazio pensilina, questa mattina, l'incontro per mettere al centro le realtà storiche di Viterbo. Un primo passo per valorizzarle e farne un itinerario turistico nel cuore della città.

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Incontro organizzato dall'Ufficio turistico, con il patrocinio dell'assessorato allo sviluppo economico del Comune di Viterbo e moderato da Ivana Pagliara di Promotuscia Viaggi e Congressi.

Al microfono si sono alternate testimonianze, storie di operosità, tenacia, ingegno, di chi ha fatto del proprio mestiere una passione, che si tramanda di generazione in generazione.

La profumeria Muzio, con Letizia Muzio, Ottica Sorrini, con la presenza di Susanna Sorrini, la Merceria Grossi e Annamaria Grossi, Gaetano Labellarte, l'Antica Legatoria Viali, con la presenza di Lucia Maria Arena, L'Antica Latteria e il titolare Roberto Zena e la Gioielleria Biaggi, con Elena.

Presente anche l'assessora Perà, soddisfatta per l'iniziativa: “Il progetto mi piace tanto – ha sottolienato l'assessora – il racconto ci aiuta a riappropriarci dei nostri valori. Un circuito delle botteghe può diventare una risorsa in più per il turismo nel capoluogo”. Parlando d'attività storiche, l'assessora si è soffermata anche sul Gran Caffè Schenardi, oggi chiuso. “Spero e sono fiduciosa che Schenardi torni. Penso che potrà succedere”.

Per le attività presenti, un primo incontro per confrontarsi e condividere le proprie conoscenze. “Oggi le botteghe artigiane – ha spiegato Ivana Pagliara – sono testimoni dell'Italia più bella e che ci può portare più lontano. Luoghi in cui i consumi sono rispettosi della persona, c'è un vero rapporto umano e sono anche punti di coesione sociale”. In sala, anche gli assessori Antonio Delli Iaconi, Alvaro Ricci, Luisa Ciambella e Martina Salza del Comune di Sutri.

Dai protagonisti dell'incontro, aneddoti e ricordi che partono da lontano. Come per Letizia Muzio della profumeria Muzio, una storia nata dal 1900 o l'Ottica Sorrini che un tempo si dedicava anche alla fotografia. Tra i tanti ricordi dell'Ottica Sorrini: “Mio nonno – spiega Susanna – alla fine di ogni bombardamento durante la guerra, usciva di casa a scattare foto. Voleva testimoniare i danni provocati dalle incursioni”. Oggi rimane un prezioso archivio fotografico. O la storia di Tiburli, da sempre conosciuto per la vendita d'accessori d'abbigliamento. “Le nostre radici vanno tutelate – ha detto Luciano Manara – purtroppo stanno scomparendo. In altre città, vedo negozi storici un po' come i nostri, che hanno attestati ricevuti dal Comune. Sarebbe il caso di farlo anche da noi”. Annamaria Grossi, della Merceria Grossi è alla terza generazione, da sempre a piazza del Plebiscito. Così come Gaetano Labellarte, il cui nonno iniziò dopo la Prima Guerra Mondiale.

Storie preziose che insieme ad altre possono essere il trampolino di lancio di un originale e interessante itinerario turistico.