VITERBO – Sara addio alla Fondazione Caffeina? La creazione di Rossi & Baffo pronta a chiudere? Il primo ottobre è stato convocato un direttivo dal direttore generale, tra i punti la ratifica delle dimissioni del presidente e la proposta di messa in liquidazione. Appuntamento giovedì 8 ottobre alle 17 (seconda convocazione) presso lo studio legale Martines-Barelli in via Genova 32.
Questo al secondo punto dell'ordine del giorno della comunicazione ufficiale, nel precedente la relazione del presidente, nel successivo il cambio di sede legale, forse per sbrigare le ultime pratiche.
Si eclissa così quella che per molti era considerata una stella, un faro, ma per tanti altri la delusione professionale più grande, con fatture, rimborsi e stipendi ancora da saldare.
Eppure non sono trascorsi molti anni dal lancio del festival che doveva togliere alla sinistra l'egemonia della cultura, per ammissione stessa di Rossi e Baffo, diventata poi una vera e propria azienda, sconfinata nella politica, e successivamente una fondazione che ha accolto e raccolto (fondi) da istituzioni quali Università, importanti assicurazioni ed istituti, associazioni di categoria. Puff, andato, come le speranze di ricevere qualcosa.
I dubbi che restano sul campo, però, sono tanti: nel tempo il festival, prima, e la fondazione, poi, hanno ricevuto decine (centinaia) di migliaia di euro di contributi, per la maggioranza pubblici. Poi ci sono stati i biglietti d'ingresso giornalieri, le campagne soci tra le persone comuni, il merchandising, i biglietti per gli spettacoli di punta. Euro su euro che sono finiti nelle casse dell'organizzazione, sicuramente serviti per i costi di eventi, spettacoli ed ospiti vari. Mai un pensiero, però, per le persone che devono ricevere il dovuto, sia per il festival letterario che per il Village natalizio. Ed ora con la liquidazione si entra in un vulnus giuridico da cui sarà difficile salvarsi.
Sono tante le domande che cercano risposta, a partire dalla quantità dei fondi ricevuti fino alla gestione organizzativa, troppo spesso comfusa. L'ultimo esempio cittadino è l'inserimento degli eventi nell'Estate viterbese, una piccola Caffeina smart, senza che fosse la fondazione Caffeina ad organizzare, ma con le stesse persone coinvolte. Serate mai realizzate, per cui ovviamente non prenderanno un euro dal Comune, ma che hanno congelato date e fondi a disposizione, che non saranno mai redistribuiti. Non solo, la comunicazione dell'annullamento del primo appuntamento è stata notificata via pec al Comune alle 16 del giorno stesso, quando ormai gli uffici pubblici erano chiusi, con la macchina organizzativa già avviata per sedie e palco, e, soprattutto, lo spegnimento della luce in piazza San Lorenzo, automatizzata, per le due ore di spettacolo. Quindi per chi avesse passeggiato al centro, quella sera, avrebbe avuto accesso liberamente in piazza ma avrebbe trovato tutto spento, a discapito della stessa sicurezza.
Questo modus operandi lascia l'amaro in bocca, considerando che per anni non hanno fatto altro che ripetere quanto fossero bravi, fantastici, intelligenti, unici. Strano che si scelga di andare verso la liquidazione, nonostante tanta bravura. Ma c'è un però: il marchio Caffeina resta saldo in mano di chi l'ha creato, una vera e propria assicurazione sul futuro, sempre se esisterà qualcuno disposto a crederci ancora.
Teresa Pierini