VITERBO - Fare del bene scalda l'anima, la cosa più bella però è incontrare di nuovo chi da quel bene ha avuto salva la vita: è questa la sintesi della mattinata straordinaria di Daniele Cencioni e di Stefano Crisci.
Era normalmente al lavoro Daniele, alla sua postazione per le revisioni della ditta Cencioni, e si è avvicinato un uomo salutandolo. "Sono Stefano, quel ragazzo a cui salvasti la vita nel lontano dicembre 2006, la notte di Natale". E il pensiero torna a quella notte.
Erano le due, un giovane poliziotto in servizio a Siena, percorrendo strada Bagni, andò fuori carreggiata colpendo in pieno un albero. Un brutto incidente, che poteva finire male, ma per fortuna Stefano incontrò sul suo percorso Daniele, che intervenne chiamato da un passante. Lui era in servizio per l'Aci 116 con il carro-attrezzi aziendale, ma la fortuna di Stefano fu la prontezza nell'azione.
"Mi trovai davanti una situazione orribile - scrive oggi Cencioni nel suo post su Facebook, ancora travolto dall'emozione di allora - e notai un giovane schiacciato tra le lamiere della sua Fiat Marea SW. Pensai subito che non c'era nulla da fare, ma provai lo stesso a liberarlo, praticando subito dopo un massaggio cardiaco e la respirazione artificiale. Poco dopo l'ho visto riaprire gli occhi e ricominciare a respirare. E' stato un momento che non dimenticherò mai, non si può discrivere quello che si prova nel salvare una vita umana. Per me, quel Natale, fu il più bello della mia vita, non ho dormito dalla contentezza".
Un incontro, quello odierno, che ha scatenato i ricordi di entrambi: insieme hanno pubblicamente ringraziato la pattuglia della Questura di Viterbo, che sopraggiunse poco dopo, di cui ricordano un nome, Zoco, subito al lavoro sia per i soccorsi che per la viabilità.
Quella notta fu speciale per Daniele, che finì su tutti i giornali, ricevendo poi ringraziamenti ed encomi pubblici. Ora, quasi 15 anni dopo, l'incontro che ha riacceso l'emozione e ha confermato il forte e indissolubile legame che terrà per sempre unite le vite di Daniele e Stefano.
Teresa Pierini