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Domenica olimpica speciale: il tricolore si tinge d'oro con Tamberi e Jacobs

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VITERBO - Storie di campioni che vale la pena festeggiare, storie di due italiani che hanno colorato d'oro una calda domenica d'agosto portandola nell'olimpo dell'atletica e della storia olimpica. Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, nel giro di pochi minuti vincono le loro gare e si abbracciano in pista (foto in apertura lapresse).

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"Gimbo" (Gianmarco) Tamberi apre le danze conquistando l'oro condiviso con il collega e amico qatariota Mutaz Barshim, entrambi sulla misura del 2,37 nel salto in alto, anche lui vittima di infortunio in passato.

Un ragazzo emotivo, spontaneo, amico di tutti i saltatori, nel 2016, dopo aver fissato il record a 2.39 subì la rottura della caviglia, tentando il 2.41 e fu costretto a rinunciare a Rio. Oggi, cinque anni dopo, in pista con lui c'era il cimelio della doccia gessata con su scritto Road to Tokyo 2020, corretto con 2021. Una promessa, una speranza, oggi una certezza diventata vittoria.

In un colpo solo ha cancellato tutto, le lacrime, la sofferenza, il lavoro fatto per puntare alle olimpiadi. Gimbo è la prova che tutto è possibile, anche se non tutti potranno salire sul podio olimpico indossando un oro, ascoltando poi Il canto degli italiani, basta crederci per raggiungere il proprio obiettivo.

Altrettanto forte la storia di "CrazyLongJumper", Marcel Jacobs, figlio di un militare americano e mamma Viviana, nato in Texas ma cresciuto a Desenzano del Garda dove ha iniziato calcio e nuoto, scegliendo poi l'atletica con buoni risultati nel salto in lungo e la classica, la regina delle competizioni: i 100 netri, diventata la sua gara.

Marcell è meno controllato, non per niente lo chiamano il matto, ma in gara mantiene una freddezza incredibile, con l'adrenalina che diventa benzina per i suoi muscoli. Un lavoro sulla sua personalità, attraverso coach e motivatori che hanno canalizzato tanto impeto in forza da dimostrare in pista. E tutto è servito per donare il sogno della domenica più bella delle Olimpiadi per l'Italia, 100 metri in 9 e 80, come mai avvvenuto prima nella storia italiana.

A distanza di anni, tanti, troppi, gli azzurri hanno un nuovo campione in pista, anzi due, dopo Pietro Mennea, che guarda chissà da quale posto l'erede Marcell, e Sara Simeoni, a Tokyo come commentatrice per la Rai, prima fan di Gianmarco.

Dopo tanto tempo le gare più amate dell'atletica parlano italiano. E il mondo intero non ha potuto far altro che applaudire il loro trionfo.

Teresa Pierini