BOLSENA - Ogni cittadina della Tuscia dovrebbe essere organizzata con il biglietto unico per visitare bellezze, monumenti e beni culturali, e purtroppo non è ancora così ovunque. Il passo in avanti sono i circuiti che comprendono più paesi, magari vicini o affini per beni culturali presenti. In molti ci stanno lavorando, altri ci sono riusciti, segnando una collaborazione pubblico privato: si tratta di Bolsena, con il palazzo Cozza Caposavi, e Sutri, con il Museo Doebbing.
Un giorno da segnare tra le cose belle fatte, che rischia di essere rovinato da un paio di frasi pronunciate con la consueta irruenza del sindaco sutrino Sgarbi. Frasi dette in generale, contro una vecchia brutta abitudine di costruire in modo selvaggio, riferendosi alla periferia di Viterbo. Poche parole buttate nello stagno, anzi nel lago, visto il luogo dove si svolgeva la conferenza, che si sarebbero perse nelle tantissime pronunciate martedì. Troppo spesso però si preferiscono pochi secondi polemici rispetto all'ora dedicata alla bellezza, per fare caciara, raccogliere click o per dare assist a qualche amica/amico, magari politico.
Noi scegliamo la bellezza, e scegliamo di bypassare le poche parole a cui abbiamo assistito lasciandole dove meritano di stare, una critica ad un passato che dovremmo semplicemente evitare, anche perché riguarda ogni periferia di questo Paese fatta di cemento armato.
E vi raccontiamo quanto di bello può essere fatto, se si sceglie di costruire anziché distruggere.
La conferenza inizia con Francesco Cozza Caposavi che legge alcuni parti di un capitolo del libro "Il pensiero segreto" scritto da Sgarbi negli anni '90.
Con un linguaggio gentile e romantico, lontanissimo da quello odierno del critico, viene descritto lo storico palazzo che fu visitato da un giovane Vittorio negli anni '80, in una sorta di gran tour che lo portò a vedere il Bel Paese, per provare a raccontarlo come i grandi dell'Ottocento.
Il discendente della famiglia spiega la W del logo notata da Sgarbi, una sorta di M di "matto" rovesciata, simbolo dei "capo-savi", cioè dei sani di mente, e la stanza dei Dodici Cesari, dove si svolge la conferenza, con i ritratti recuperati nel tempo, ne risulta perso solo uno, mentre gli ultimi tre, appena riacquistati, presto andranno a sostituire le copie oggi affisse al muro. Una bellezza che portò Sgarbi a scrivere "un'Idea della perfezione riposa in questo luogo della mente".
Da tempo la famiglia Cozza Caposavi lavora per proteggere il proprio gioiello, che oggi custodisce una residenza, un ristorante, e un'enoteca e ogni giorno accoglie visitatori accompagnati da audioguide, "acquistate grazie al supporto della Camera di Commercio di Viterbo" precisa Francesco, ringraziando il segretario Monzillo e Luigi Pagliaro, seduti in prima fila.
Dodici dipendenti, la metà nella gestione del ristorante, tutti under 30, un microcosmo come definito dalla Soprintendente Margherita Eichberg, ringraziata pubblicamente per i continui consigli e per la scelta di parlare con i proprietari dei queste storiche dimore.
"Questi palazzi sono nostri ma noi siamo custodi, oltre ai luoghi da noi abitati, il resto è a disposizione della comunità - ha precisato prima di raccontare il legame con Sgarbi -. Noi ci crediamo e siamo ancora qui, difendendolo da smembramenti e vendite. Lavoriamo con passione e fu un onore incontrare il critico a Lecce, a cui subito ricordai le parole del suo libro. Appena tornato a Sutri mi chiamò ed iniziammo a pianificare la collaborazione".
Un progetto concretizzato attraverso la società Archeoares, che gestisce, tra i tanti musei, la biglietteria sutrina,, come racconta Gian Paolo Serone: "E' un onore essere stati coinvolti perché il nostro intento è creare servizi turistici di alto spessore, un embrione di museo diffuso su tutto il territorio della provincia di Viterbo, perché la Tuscia va presentata nella sua interezza. Non sottovalutiamo la Francigena e per questo stiamo parlando con molto Comuni".
E' il turno del vulcano Sgarbi che esalta Bolsena assegnandole il titolo di grande città, e stupendosi poi della sua piccola dimensione in termini di residenti: "Ho invece scoperto essere più piccola di Sutri, ma sembra enorme, merito delle sue bellezze storiche che la fanno sembrare il centro del mondo - precisa, sconfinando poi nel suo racconto del viaggio giovanlie -. Sbarcai subito a Civita di Bagnoregio, con i suoi Calanchi, e non c'era nessuno., un luogo evocativo sul piano romantico. Questa provincia non ha nulla da invidiare ai luoghi vicini, compresa Viterbo, con tutti i suoi disagi, costruita in modo orrendo dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, oggi illuminata malissimo e dove non si fa nemmeno la festa di Santa Rosa in nome della paura... non vanno accettate leggi che non vanno solo contro la stessa, ma contro la logica" con quell'ormai famoso passaggio incriminato che sta facendo stracciare le vesti nel capoluogo.
Ricorda come il suo arrivo a Sutri, da persona conosciuta, abbia fatto rumore intorno al paese: "È il momento di iniziare a federare i vari comune della Tuscia, magari con biglietto unico. Qui invidio il sindaco, vorrei essere sindaco qui, anche se da me ho eliminato il dissenso, acquisendo di fatto l'opposizione, ci stanno ormai solo 2 o 3 che parlano" precisa, parlando del suo consiglio comunale, con una frase che forse è anche più forte di quella detta su Viterbo, ma non è stata colta.
L'impegno che si formalizza tra Palazzo Cozza Caposavi e Museo Doebbing - Comune di Sutri è di fatto un percorso che porta a Sutri chi va a Bolsena e, soprattutto viceversa, quantificato al momento da uno sconto sul biglietto d'ingresso, prossimamente da mostre e festival incrociati e, in futuro, il biglietto unico. Un percorso che si spera coinvolgerà altre dimore e musei, con l'immediata adesione online del Castelllo di Roccalvecce, spettatore della diretta streaming, mentre Sgarbi auspica un prossimo ingresso del Palazzo Ducale di Gallese.
In chiusura i saluti del sindaco Dottarelli: "In questo territorio siamo stati troppo fermi per troppi anni, questa sinergia che nasce oggi con la città di Sutri la cogliamo come occasione. Da troppo tempo siano presi a bersaglio per ogni tipo di centrale, deposito o impianti vari, che osteggiamo anche grazie alla Soprintendenza. E' vero, siamo una grande città: al momento siamo oltre 20 mila con gli ospiti nelle strutture ricettive, non c'è turista che non va a Bagnoregio o in altri siti culturali, dobbiamo lavorare su questo aspetto".
Il legame tra i due palazzi apprezzato anche dalla soprintendente Margherita Eichberg: "Mi fa piacere sapere quanto state facendo, i luoghi della cultura vanno valorizzati, specie i più piccoli. Due palazzi diversi ma uniti, legati da tanta storia, questo è già un meraviglioso racconto e mi fa piacere che si sia stata trovata questa forma".
Teresa Pierini