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La stagione del Ferento Teatro Festival al via con la musica classica

Teatro e Cinema
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VITERBO - Sarà l’Orchestra sinfonica giovanile “Ars Nova” di Viterbo ad aprire venerdì 14 luglio, alle 21,15, nel suggestivo scenario dell’antico Teatro romano, il Ferento Teatro Festival 2023, la manifestazione con la direzione artistica di Patrizia Natale, con il patrocinio e il supporto del Comune di Viterbo, della Fondazione Carivit, Unindustria, Ance e Touring club di Viterbo.

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“Ars Nova” è composta da ben 45 musicisti tra archi, legni, ottoni e percussioni, con giovani diplomati del liceo musicale di Viterbo e in vari conservatori. Il primo brano sarà il Preludio del Rigoletto di Verdi. Sul podio, a dirigere, saranno Giuseppe Maria Ceccarini e Luca Tomarchio.

Nella prima parte, oltre al Rigoletto, la “Marcia trionfale” dell’Aida di Verdi, le Suite 1 e 2 di Carmen di Bizet, la “Marcia funebre per una marionetta” di Gounod (l’indimenticabile colonna sonora dei film in bianco e nero di Hitchcock) e l’aria “Nacqui all’affanno” (soprano Gioia Rossetti) dalla Cenerentola di Rossini. Nella seconda parte, musiche da film: Star Wars Suite n° 1 di Williams, “The lord of the rings medley” e “May it be” di Shore.

"Sono l’entusiasmo e la voglia di molti giovani di fare musica, di stare insieme e condividere in armonia una comune passione – afferma Luca Comarchio, uno dei fondatori del complesso orchestrale -. Ringrazio il Touring club per l’assistenza e gli stimoli che ci trasmette, nella consapevolezza che la Tuscia viterbese vanta un’antica tradizione musicale, riferita non solo ai tanti compositori in varie epoche, ma anche ad alcuni festival e rassegne che tuttora si svolgono a Viterbo e dintorni".

Nata nel 2019 L’Orchestra sinfonica giovanile Ars Nova è cresciuta nel tempo ricevendo sempre maggiore apprezzamento non solo da parte di comuni, associazioni e genitori, ma anche da giovani musicisti, arrivando così all’attuale organico. Il progetto è interamente giovanile, a partire dagli orchestrali e dallo staff, fino ai direttori ed al corpo amministrativo; tra le fila dell’orchestra si trovano giovani dai 14 ai 24 anni, anche se l’amore per la musica oscura la differenza d’età e permette facilmente di socializzare con tutti.

Il giorno successivo, sabato 15 luglio, sempre nel Teatro romano, sarà Opera Extravaganza a presentare in prima nazionale il melologo  “Otone”.

Non sono i personaggi più famosi dei quali occorre raccontare la storia, dato che raramente se ne scoprono nuovi aspetti; al contrario, ci sono nomi meno illustri, ma attorno ai quali sono successe cose importanti. Spesso queste figure minori ci restituiscono il quadro più fedele del tempo in cui sono vissuti: è il caso di Marco Salvio Otone.

"Il protagonista del nostro spettacolo è nato a Ferento nell’anno 32 - spiega la nota di regia -. Otone fu di indole turbolenta, fu un dissoluto e un giocatore d’azzardo. Amico di Nerone e a lui somigliante in tanti modi, fu, a causa di dissapori riguardo a Poppea, mandato in esilio in Lusitania per dieci anni. Tornò a Roma, profondamente cambiato e maturato, per aiutare Galba a rovesciare Nerone e successivamente per raggiungere il principato. Dopo soli tre mesi di regno, la guerra civile che divampò a Roma lo convinse che il suo dovere verso Roma e i romani era quello di uccidersi per evitare altre vittime.

Otone è un melologo, ovvero un testo teatrale recitato su un intreccio musicale; oltre all’attore, ci sono due cantanti, che interpretano rispettivamente Nerone e Poppea, un quintetto di vocalisti e un sestetto di musicisti.

Lo spettacolo, in un atto unico, inizia nella tenda da campo di Otone, mentre, presa la decisione di suicidarsi, sta componendo il suo ultimo discorso all’esercito. Nelle ultime ore della sua vita i ricordi si affollano nella sua mente: gli anni dell’infanzia a Ferento, gli inizi a Roma, l’incontro con Nerone, l’innamoramento per Poppea, l’esilio in Lusitania, il ritorno a Roma, la congiura per rovesciare Galba e prendere il suo posto; tutte queste reminiscenze, intercalate da brani musicali, vengono narrate al pubblico. Verso la chiusa dello spettacolo si ritorna al tempo presente, alle ragioni che rendono impossibile una mediazione con il suo rivale Vitellio, e in ultimo Otone legge il suo discorso finale, e chiude, con la sua vita, il melologo".

Per ulteriori informazioni sulla stagione teatrale consultare la pagina fb Ferento Teatro Romano o il sito http://www.teatroferento.it/