SUTRI - Per i contadini di Gualtieri, sulle rive del Po, a cui arrivò dalla Svizzera, era “Toni el matt”, Tonino il matto. Per tutti è indiscusso maestro dell’arte italiana, ammantato da quella lucida follia di pirandelliana memoria, di chi vede oltre, nella profondità della sua essenza più pura, la cui pittura rappresenta “una proiezione metaforica del mondo nel suo stato di ebollizione, di violenza implicita nella forza”, come l’ha definita Vittorio Sgarbi, un mondo animalesco, di volpi, tigri, leopardi, ragni, come “simboli di forza, di energia, emblemi di un desiderio di libertà, di riscatto”.
La sua arte è il fiore all’occhiello della stagione espositiva di Palazzo Doebbing, “Dialoghi a Sutri”. Stiamo parlando di Antonio Ligabue.
Sabato 22 giugno, alle ore 18.00, a Palazzo Doebbing, un elogio al suo genio, con la presenza del sindaco di Sutri, Vittorio Sgarbi, con la partecipazione dell’attore Flavio Bucci, che ha interpretato Ligabue nello sceneggiato televisivo Rai omonimo del 1977, e Carlo Vulpio, firma del Corriere della Sera e autore del romanzo “Il Genio infelice” (Chiarelettere, pp.264, 2019) dedicato alla vita di Antonio Ligabue.
L’evento è in collaborazione con la Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma, la Fondazione Cavallini Sgarbi, Antonio Tosi, Stefano Calandra, Massimiliano Catini e Augusto Agosta Tota, presidente della Fondazione Archivio Antonio Ligabue.