SUTRI - Inaugurata, nella splendida cornice di Palazzo Doebbing a Sutri (VT), la mostra dello scultore italiano Ferdinando Codognotto, uno dei più importanti esponenti al mondo dell’arte di intagliare il legno. Il progetto espositivo dialoga con la grande mostra celebrativa su Alessio Paternesi, orgoglio della Tuscia viterbese, a un anno dalla sua scomparsa.
Emozione e soddisfazione per il sindaco Matteo Amori: “Oggi andiamo ad implementare la mostra che celebra il maestro Paternesi con le strepitose opere del maestro Codognotto. Ringraziamo il prof. Emanuele per l'attenzione e soprattutto la generosità verso la nostra città, che lo ha premiato con la cittadinanza onoraria, e non poteva essere altrimenti, perché si è sempre dimostrato molto attento verso questo territorio”. Onorata di accogliere l’esposizione la consigliera delegata Claudia Mercuri, che ringraziando i presenti ha sottolineato: “Sutri è un luogo dell’anima, come lo ha definito la dottoressa Porro, Soprintendente speciale Roma, ricevendo il premio Efebo, grazie all’apporto di questi artisti che ne stanno facendo la propria casa. La mostra di oggi nasce da un incontro che rimandiamo da anni, siamo contenti che avvenga ora, creando un dialogo tra i maestri Paternesi e Codognotto, grazie al professor Emanuele”. Presente Monica Paternesi, figlia del maestro, lieta della sintonia artistica nata con la mostra, che estende il concetto di accoglienza dell'arte.
La mostra, fortemente voluta dal professore, si concretizza nella prima inaugurazione a Sutri della professoressa Alessandra Taccone in qualità di Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale: “Oggi ho l'onore di rappresentare la Fondazione con un infinito senso di gratitudine verso il professore, che mi ha preceduta, e una grande responsabilità morale nel proseguire il suo esempio di vita. Siamo qui perché il professore ama Sutri, dove ha portato un contributo concreto, ed oggi racconta l'amicizia con il maestro Codognotto, che voleva celebrare da anni. Insieme hanno segnato i ricordi del nostro primo incontro, da giovane assistente mi fu donata una chiave in legno del maestro, augurandomi che fosse la chiave del mio successo, ed oggi, dopo 30 anni celebro con loro la presidenza della Fondazione”.
L’intervento del prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele si è così trasformato in una sorta di testamento morale, scaturito dal suo percorso di vita, professionale ed istituzionale: “Ho salvato la mia anima con l'arte, ed oggi ho una visione completamente diversa dei critici, ho compreso che l'arte non ha tempo, le correnti sono farneticazioni inventate da chi poco conosce l'animo dell'artista. Sono cresciuto ammirando le opere e da studioso della personalità dell'umanità, che ho provato ad aiutare negli ultimi 30 anni. Oggi finalmente omaggiamo l’arte primordiale della scultura, come fecero i primi uomini e come fa Codognotto, che ha la capacità di trasformare gli alberi presenti nelle contrade romane in un'opera d' arte. Oggi il mio sogno di fare questa mostra si avvera, con quattro opere che testimonieranno in maniera chiara la sua arte”.
E’ l’artista a concludere l’incontro, nato in Veneto e romano d’adozione, lo scultore Ferdinando Codognotto confessa di amare più scolpire che parlare: “Lascio le parole al professore, io preferisco scolpire, modellare il legno con la sega a nastro, che ormai uso come un violino, realizzando oggetti anche molti piccoli. Ammirerete quattro sculture, il Cavallo del futuro, meccanico, l’Abbraccio infinito, il Pesce a colori e l’Albero quercia-ulivo, che sono allegorie da guardare dentro, piene di prosperità. Amo il contatto con il quotidiano, per questo ho aperto una bottega di strada a Roma, la cosa più bella è vedere i bambini che toccano le opere come se fossero giocattoli”.
La conferenza si è conclusa con il taglio del nastro nel loggiato del piano nobile di Palazzo Doebbing, che ospita le quattro opere del maestro Codognotto, ad ideale chiusura del viaggio nelle opera dei Giardini incantanti di Paternesi, in mostra fino al 31 dicembre 2024 nell’elegante struttura museale di Sutri, dove è esposto permanentemente l’Efebo Città di Sutri.