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I Bemolli sono blu: un'orchestra di note ed arte grazie al flauto e chitarra del duo Lombardi Viti

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VITERBO - Ultime note per lo straordinario cartellone de I Bemolli sono Blu che, in un intenso mese di musica, ha proposto concerti di altissimo livello con protagonisti musicisti stimati e conosciuti in tutto il mondo.

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Tra questi l'appuntamento di sabato scorso, nella Chiesa di San Silvestro, con il duo Lombardi Viti (Flauto e chitarra), capaci di spaziare dal barocco al contemporaneo nel loro "Viaggio tra arte e danza", presentato come sempre dal direttore artistico ed ideatore de "I Bemolli sono blu - Viterbo in musica", il maestro Sandro De Palma.

Salvatore Lombardi al flauto e Piero Viti alla chitarra, due strumenti in grado di far immergere il pubblico nell'atmosfera dell'Opera, a partire da Carulli e Tulou che, a cavalllo tra il 1700/800, andarono a trascrivere opere famose per portare la musicalità del bel canto nelle sale da camera. In questo caso è il Barbiere di Sivlglia, di Rossini, a riempire la chiesa di sonorità gioiose, che il flauto rende in modo impeccabile. E ancora la Siciliana di Cimarosa, composizione per oboe e orchestra trascritta dai due protagonisti, e l'ouverture rossiniana di Tancredi, altra opera di Carulli, perfetta nell'essere proposta nei salotti.

Il viaggio verso l'età moderna parte con Bach che, come sottolinea Lombardi, è stato fondamentale per i flautisti, scarsamente considerati al tempo, se non nel raddoppio dei violini, e con lui diventati protagonisti di suite. L'omaggio al grande compositore tedesco viene proposto in "Baco Sebastiano", scritto dal sassofonista Sandro Cerino e dedicato al duo.

Tra i contemporanei irrompe un artista conosciuto da Lombardi ai tempi del conservatorio: il cantautore e compositore partenopeo Enzo Avitabile, che dona "Tela Aida", un "ricamo di flauto e chitarra sempre dedicato a noi", spiega il musicista, confermato dall'ascolto: un telaio di note romantico ed avvolgente.

Per chiudere si torna nel Novecento, prima presentando uno dei brani che ogni duo affronta iniziando a suonare insieme, "Entr'Acte" di Ibert, "Lo suonai a 14 anni per la prima volta e ancora non ho imparato a farlo bene", scherza il flautista, prima di incantare il pubblico viterbese con passaggi di straordinaria fattura; il concerto si chiude con il tango di Astor Piazzolla e i suoi Cafè 1930 e Night-club 1960, ricostruendo l'atmosfera dei due locali, donando due brani unici ad un flautista belga suo amico.

Gli applausi convinti e continui del pubblico riportano il duo al centro del palco per l'attesissimo bis: un altro classico, l'immortale musica gitana di Vittorio Monti nel suo brano più famoso, Czàrdas.

La rassegna "I bemolli sono blu - Viterbo in musica" proseguirà fino al 5 novembre.

Teresa Pierini