CIVITA CASTELLANA - Una passione politica ereditata in famiglia, oggi declinata nel ruolo di vice sindaco di Civita Castellana: è Claudio Parroccini, candidato consigliere regionale con Forza Italia a supporto di Francesco Rocca Presidente. Ha risposto alla nostra intervista raccontando la campagna eletorale.
L'esperienza amministrativa come vicesindaco di Civita Castellana è stata utile in questa campagna elettorale?
"Sì, senza dubbio. Ma io parlerei in termini ancora più ampi: l’esperienza da amministratore e vicesindaco di Civita Castellana è stata ed è tutt’ora fondamentale per il mio di modo di intendere e fare politica, non solo per la campagna elettorale. E senza quella esperienza oggi non sarei candidato al consiglio regionale del Lazio. Perché per me la politica è quella che parte dal rapporto con il cittadino e il territorio, e al cittadino e al territorio deve tornare. È questo che ho ripetuto durante tutta la campagna elettorale, perché l’esperienza da vicesindaco mi ha insegnato che la politica serve a risolvere i problemi dei cittadini nel minor tempo possibile. E questo è quello che vorrei continuare a fare per la Tuscia".
Ha avuto modo di ascoltare il mondo delle imprese, specie quelle del polo ceramico, che richieste vengono dal settore produttivo?
"La richiesta è quella di minor burocrazia, giustamente. È assurdo che all’estero sia possibile avviare o ampliare un’attività nel giro di poche settimane, mentre da noi gli imprenditori sono costretti ad aspettare mesi, nel migliore dei casi, se non addirittura anni. Dobbiamo entrare nell’ottica che gli imprenditori sono persone coraggiose che portano lavoro, sviluppo, ricchezza e formazione. Ed è meglio attrarli sul territorio, piuttosto che incentivarli ad abbandonarlo. Lo vedo tutti i giorni con il Distretto Ceramico di Civita Castellana, che da solo rappresenta il 50 per cento del Pil della Provincia di Viterbo e dà lavoro a circa 2mila 300 persone. Molte delle aziende del distretto hanno anche aderito al progetto Apea (Aree produttive ecologicamente attrezzate), ovvero riciclano gran parte del materiale di scarto della produzione e lo riutilizzano per altre lavorazioni in un’ottica di economia circolare. Io pretendo che le istituzioni tornino a parlare con questi imprenditori, perché sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita della Tuscia".
Che atmosfera ha trovato tra i cittadini della provincia che domenica e lunedì sceglieranno il presidente della Regione?
"Ho avvertito e toccato con mano una grande voglia di cambiamento e riscatto da parte dei cittadini della Tuscia. Cambiamento perché è evidente a tutti che il Lazio negli ultimi dieci anni è fortemente regredito. E riscatto perché la Provincia di Viterbo è stata messa inspiegabilmente all’angolo dall’amministrazione Zingaretti e presa in considerazione solo quando si trattava di mandare qui i rifiuti che Roma non riesce a gestire in autonomia. Si è sentita una forte distanza da parte delle istituzioni, come se la Tuscia fosse meno importante di altre aree del Lazio. Una distanza che si è manifestata anche con l’assenza dell’ex Presidente Zingaretti, che nella Provincia di Viterbo non si è sostanzialmente quasi mai visto. È chiaro e comprensibile che ora i cittadini della Tuscia pretendono maggiori attenzioni".
Quali sono le priorità principali del territorio?
"Bisogna mettere mano subito alla sanità, perché dopo anni di blocco delle assunzioni c’è bisogno di una politica che torni ad ampliare l’organico di dottori, infermieri e personale sanitario. Il Covid ce l’ha drammaticamente insegnato, eppure gli ospedali del Lazio sono tutt’ora al collasso e alle prese con importanti carenze di personale. C’è poi il tema dei rifiuti, perché è inaccettabile che la Provincia di Viterbo debba accogliere ancora tutti i rifiuti che Roma non riesce a smaltire in autonomia. Deve essere chiaro a tutti che la Tuscia non può più essere trattata come la pattumiera della Capitale. Un’altra priorità è quella dei trasporti e delle infrastrutture: penso che i cittadini si sarebbero aspettati, in dieci anni di amministrazione Zingaretti, che i lavori sulla Orte-Civitavecchia finissero. E invece no, ancora lavori e cantieri. Bisogna intervenire anche sulla linea ferroviaria Roma Nord-Viterbo con un’opera di modernizzazione e ampliamento dell’infrastruttura, perché è inammissibile che cittadini, pendolari e turisti impieghino oltre due ore per arrivare a Viterbo o per raggiungere Roma. E infine c’è la questione del Deposito nazionale delle scorie radioattive, che non può e non deve essere fatto nella Tuscia. E su questo il nostro no non è negoziabile".
Appello al voto
"Ormai ci siamo, siamo a un passo da quel voto che potrebbe davvero segnare una svolta per la Tuscia e per il Lazio. Con Rocca Presidente possiamo davvero fare la differenza. Con il centrodestra unito possiamo davvero realizzare il cambiamento. E sarei onorato, se i cittadini vorranno darmi la loro fiducia, di rappresentare e difendere gli interessi della Tuscia in Regione. Perché, lo dico sempre, la Tuscia merita rispetto".
T. P.
comunicazione elettorale a cura del candidato