VITERBO - Tanto paga Pantalone: peccato che pantalone siamo noi, come sempre. Oggi in consiglio comunale è andata in scena il più classico degli spettacoli deprimenti, con una risicato gruppo di persone, in arte consiglieri comunali, che hanno deciso l'aumento della Tari, un bel 15% tondo tondo che va a coprire danni di anni di errori.
Quindici consiglieri di maggioranza contro quattordici di minoranza, dove era assente Filippo Rossi, forse preoccupato più a fare la campagna elettorale virtuale, quando oggi la vera e giusta campagna andava fatta in consiglio, dove è stato eletto dai cittadini che ora pagheranno di più, anche per una sua omissione.
Grave il comportamento della maggioranza, per molti motivi, Il primo politico, anzi antipolitico, perché a due mesi dal voto, dopo cinque anni di "vivacchiamento" con i remi in barca, rimarrà ben impresso agli elettori un gesto che li tocca nei portafogli. Il secondo è strettamente legato al primo: una vera resa. Forse resosi ormai conto che difficilmente saranno acclamanti in piazza per il lavoro svolto in questi cinque anni, tanto vale dare il colpo di grazia e arrendersi, alzare bandiera bianca mentre si infila la mano nel portafoglio delle famiglie. Il terzo è squisitamente etico, e si chiama prepotenza. Approvare con numeri risicatissimi un provvedimento del genere, tergiversando e perdendo tempo con interventi filosofici per permettere all'ultimo dei consiglieri "moicani" di conquistare la sedia e votare è un atto prepotente e poco grazioso.
Le buone amministrazioni migliorano il servizio e poi a cascata portano vantaggio ai cittadini. Qui è accaduto esattamente il contrario, per risanare i conti presentati da Viterbo ambiente si strozzano i cittadini con un aumento spropositato, offrendo un servizio che non ha mai nemmeno raggiunto la sufficienza.
E' la morte del cigno, peccato che dentro lo stagno si trascini dietro migliaia di famiglie viterbesi.
Teresa Pierini