VITERBO - Perdere un collega e un amico è sempre una delle cose più difficili da raccontare. E anche per Gianni Uggeri è così. Anni e anni di appuntamenti condivisi, conferenze stampa, inaugurazioni, spettacoli teatrali.
Gianni c'era sempre, con la sua esagerata voglia di vivere, il classico stile milanese che non lo ha mai abbandonato, con l'infinita chiacchiera che qualche volta azzittavamo nelle conferenze. Era così, si portava dietro la sua simpatia e le sue passioni. Come quella della moto, su cui saliva in sella tornando bambino nel cuore.
Quando è giunta la bruttissima notizia della sua scomparsa non abbiamo potuto non pensare al giorno in cui perse l'amata Rossella, che un orribile incidente portò via ancora giovane. Con entrambi eravamo spesso insieme, abbiamo conosciuto le figlie, i generi, i nipoti.
Erano il suo orgoglio, che diventava immenso la sera del trasporto della Minimacchina del centro storico, quando era suo nipote protagonista, il mini facchino che indicava per immortalarlo durante la serata.
Sono tanti i ricordi, che restano nel cuore di tutti noi. Da mesi stava lottando contro la malattia, e diceva che tutto andava bene, forse lo sperava, forse non voleva preoccupare gli altri. Ma la sua assenza in questi tempi si notava e si noterà sempre, perché Gianni non passava mai inosservato.
Domani, 4 marzo, alle 15 l'ultimo saluto nella chiesa del Murialdo, saremo con te, per dirti un'ultima volta "Ciao Gianni".
T. P.