VITERBO - Il regista Giorgio Capitani omaggiato e ricordato come un Vip ma soprattutto come un artigiano del cinema e viterbese nel cuore.
La rassegna Vip in Tuscia, edizione 2022 dei Pomeriggi Touring, ha celebrato questo terzo appuntamento con un vero bagno di pubbico. Rappresentanti di associazioni, come i tanti rotariani, i Cavalieri del soccorso, il Sodalizio Facchini di Santa Rosa, e molti cittadini hanno accettato l'invito per incontrare e ascoltare i racconti di tre attori, Massimo Ghini, Paolo Gasparini e Massimiliano Pazzaglia, invitati da Simona Tartaglia e dal console Touring viterbese Vincenzo Ceniti. In prima fila, a tenere alto il filo che legherà sempre la benemerita a Capitani e al Maresciallo Rocca, interpretato dal grande Gigi Proietti, il luogotenente Tramontana, il capitano Iannaccone e il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Antonazzo.
E' Ceniti ad avviare l'incontro annunciando che sarà installata una targa sul muro di casa, per ricordare la presenza di Capitani in città, un premio a lui, "uno dei nostri migliori prodotti". Saluti e ringraziamenti anche da parte di Simona Tartaglia, che ha preferito far ascoltare le parole del marito, mostrate in un video tribute composto da tante sue interviste, realizzato da questa redazione. Qualche minuto per conoscere meglio l'uomo, il regista e il suo grande amore per Viterbo, che lo premiò nominandolo cittadino onorario e ambasciatore del Sodalizio Facchini di Santa Rosa.
I primi a ricordare il lavoro non potevano che essere i "ragazzi del maresciallo Rocca", partendo da Paolo Gasparini, che ricordiamo come Banti.
Per lui addirittura il primo ciak e un lavoro che li ha caratterizzati per anni, ma anche un'esperienza di vita unica, fatta di rispetto: "Quando proponevamo un'idea a Giorgio non voleva sentirlo ma chiedeva di farlo, giudicava sempre guardando".
Bellissimi ricordi anche per Massimiliano Pazzaglia (Alfano): "Noi 'ragazzi' ci siamo tanto divertiti, un clima che ha contagiato non solo gli attori ma tutto il set, e il risultato si vedeva nella fiction" e infatti Simona ha svelato che la notte andavano a fare il bagno alle pozze del Bulicame (molti ricordi sono anche nell'intervista video che pubblicheremo presto).
Non solo attori, tra i protagonisti della giornata anche Angelo Zemella, che con Giorgio Capitani visitò ed individuò la città dei papi per il set: "Giorgio era così squisito come persona, il perno della buona armonia è stato lui. E infatti Rocca fu il più grande successo dopo La piovra, riuscendo a fare odience come le partite di calcio. Il merito è tutto suo".
Non solo Rocca però, il binomio Capitani-Viterbo è stato declinato in molti film, tra cui Papa Giovanni e Il caso Mattei, entrambi con protagonista Massimo Ghini, che ha raccontato qualche aneddoto ma soprattutto ha aperto cuore e testa, con dichiarazioni anche forti. Per prima cosa ha criticato la televisione di oggi: "Purtroppo c'è tanta facilità, specie in Tv, visti alcuni attuali protagonisti mentre è gente come Giorgio che dimostra il vero lavoro. E non parlo solo di programmi per me inguardabili, ma anche di produzioni, oggi alcuni registi non sanno nemmeno quello che fanno. Per fare le cose al meglio bisogna essere professionisti, serve etica, preparazione e professionalità, come faceva Capitani, che ad ogni conclusione positiva di una scena aggiungeva la sua frase storica... 'È oro', con la sua elegante erre moscia.. ".
C'è una cosa però che non perdona, scherzando, a Capitani, di non averlo coinvolto in Rocca, rammarico spesso sfogato anche al grande Proietti: "Perché non mi ha chiamato a fare nemmeno un tenentino? Però mi sono rifatto con papa Giovanni, premiato da 16 milioni di spettatori. Quando sento chi si vanta oggi di 4 milioni di telespettatori mi viene da dire: noi con 4 ci facevamo colazione!".
Secondo Ghini il successo della produzione dedicata alla figura di Roncalli è stato anche nel soggetto e nel lavoro di ricerca sulla sua storia: "E' stato premiato il coraggio di raccontare il dietro le quinte del conclave, cosa mai fatta prima, e poter dire della battaglia che ci fu, anche di natura politica e non solo spirituale. Al papa è stata data una dimensione umana, con i pregi e i difetti degli esseri umani. Un papa scelto solo per guadagnare tempo, puntando su un cardinale abbastanza anziano. E invece diventò il papa non solo più amato ma forse più politico, perché mentre si dichiarava prete di campagna fece grandi cose, tra cui la testimonianza al processo di Norimberga e la reazione nella crisi di Cuba, tra Urss e Usa. Se oggi ci fosse stato lui, forse non saremmo a questo punto". Un messaggio forte, molto attuale e non sarà l'unico, perché Ghini non si sottrae nemmeno dopo, legando all'attualità il personaggio interpretato.
Anche questo set è stato caratterizzato dall'ironia, e l'attore ricorda di uno scherzo fatto con il regista, quando entrò nel bar di piazza del Plebiscito vestito da Cardinale ordinando con veemenza un whisky: "Il barista rimase allibito, non me lo fece nemmeno pagare e mi aprirono pure la porta", avevo vinto, non mi avevano riconosciuto.
Tornano i toni forti, stavolta riferiti al set di Mattei, lo storico manager Eni: "Ho preparato il personaggio in lunghe chiacchierate con Gian Maria Volontè, alternandoli ad infiniti poker con lui ed Ennio Fantastichini. L"idea di raccontare il ragionier Mattei (la laurea ad ingegnere è venuta dopo, ad honorem) è ancora attuale: il progetto che voleva costruire fu fermato dai servizi francesi, che gli misero una carica di tritolo sull'aereo, e mi assumo la responsabilità di queste parole, oggi avrebbe risolto i nostri problemi".
Una grande forza, che lo spinge a pretendere, ricordando i tempi in cui fu consigliere comunale a Roma per l'amministrazione Rutelli: "Noi attori non siamo giullari di corte, ma creiamo il PIL, moltiplichiamo ogni euro speso, perché questa è un'industria che produce prodotti che girano il mondo. Vi saluto con un consiglio, create una Film commission o meglio un Ufficio cinema, non fatevi sfuggire l'occasione di raccontare la vostra storia nei vostri luoghi".
Un ultimo saluto per il Sodalizio, con cui Capitani fece un Trasporto tra le "guide" e ogni anno accoglieva i Facchini in casa durante la sosta in piazza Verdi. Per tutti loro il saluto del presidente Mecarini: "Grazie per aver portato il Trasporto alla ribalta, i nostri ringraziamenti sono stati nel farlo ambasciatore. Speriamo proprio di rivederci in terrazza a settembre per il consueto saluto".
La professionità di Capitani è stata sottolineata in conclusione da Simona: "Giorgio non si è mai esposto politicamente, ha tenuto le sue idee per sè, andava sempre alla ricerca della potenzialità dell'uomo, senza pregiudizi. I suoi ultimi anni a Viterbo gli hanno permesso di proseguire la sua vita da fiaba".
Ceniti ha ringraziato i presenti e salutato Giorgio: "Sono certo che ci ha visto ed approvato, ringrazio tutti per la partecipazione" donando poi una pubblicazione Touring a Simona Tartaglia.
Teresa Pierini