VITERBO - Formulate le domande ( https://www.latuaetruria.it/news/19-in-citta/5529-saggini-unindustria-ai-candidati-sindaci-guardate-la-citta-con-gli-occhi-di-chi-la-vive ) è il momento delle risposte e i sette candidati a sindaco presenti si susseguono, in ordine alfabetico, con cinque minuti ciascuno e un secondo giro di altri cinque minuti, stavolta al contrario, partendo dall'ultimo per tornare al primo intervento.
Una prova riiuscita a metà, perché quasi tutti colgono l'occasione per raccontarsi e spiegare il proprio programma, prendendo pochi spunti da quanto detto, magari lo faranno in futuro. Anche il secondo giro, che doveva diventare una sorta di replica a quanto sentito dai competitor, resta molto istituzionale e concentrato sul proprio campo, tranne pochissime occasioni.
Uniano i due interventi, cogliendo gli argomenti principali esposti dai vari candidati.
Laura Allegrini (Fratelli d'italia - liste civiche), punta tutto sul bene comune: "Un sindaco deve andare oltre lo stringere le mani o tagliare nastri, ma deve stare in ufficio per trovare soluzioni. La chiave è nel centro storico, riempiendo i buchi che si sono formati nel tempo. Il turismo va migliorato, specie nei tempi di permanenza, e va legato alle terme; inoltre vanno riportati i dipendenti in centro, e noi abbiamo individuato il palazzo della Banca d'Italia, e va fatta programmazione tra pubblico e privato - poi risponde a chi vanta legami con la Regione -: i progetti sono stati fatti a Roma, il Comune non è mai stato coinvolto, deve essere il contrario. inoltre sul Pnrr di Zingaretti non c'è un euro sul tracciato di ferro, quindi nessun raddoppio, non potete prometterlo. Quanto promesso sul Poggino è stato già previsto, l'asfaltatura, gli espropri per arrivare alla Cassia, le pensiline con fotovoltaico. Raccogliamo la sfida di Ance sulla progettazione dei lavori del Pnrr e la programmazione post bonus, altrimenti sarà solo disoccupazione".
Marco Cardona (Viterbo libera - ItalExit): "Quanto sentito da unindustria è quello che mi ha spinto a candidarmi. Sono un imprenditore e capisco che un incontro così va fatto ogni mese, perché chi lavora può dare la linea da seguire. Pensare di attrarre capitali da fuori per come siamo messi è impossibile, siano ancora conosciuti come città militare e nessuno ci conosce per le terme, per questo vorremmo fare il marchio nazionale 'Viterbo terme', ma basta individualismi, serve visione futura - e poi risponde alle proposte dei padroni di casa -: è giusto giudicare l'amministrazione, perché c'è delusione. Capitale della cultura è un progetto valido, ma vanno anticipati i tempi. Il prossimo sindaco dovrà avere coraggio di dire dei sì".
Luisa Ciambella (liste civiche): "Ascoltandovi ho notato che paragonate la vostra attività con il Comune, ma avete una squadra coesa, purtroppo un'amministrazione purtroppo si traduce in sottrazione di servizi comuni. Per noi conta il bene comune, è il sindaco che deve mantenere la filiera per dare risposte. Sono contraria all'acquisto di palazzi - prosegue rispondendo sulla Banca d'Italia - dobbiamo usare quello che abbiamo, gli uffici vanno riorganizzati, non creando nuove strutture, ma lavorando con il personale motivato e usando luoghi di proprietà, come la Zaffera, dove abbiamo pensato un centro di eccellenza culinario tradizionale, con spazio a corsi e formazione".
Carlo D'Ubaldo (Sinistra per Viterbo): "Qui si è sempre sbagliato perché non si è costruita un'idea di città, il bene comune è troppo vago, perché prima c'è il bene comune di chi sta peggio, non possiamo generalizzare su tutti. Va ricreata una comunità, i cittadini sono ubriachi di parole, e non credo abbiano capito molto. Il centro non va sfruttato ma va vissuto, devono tornare gli abitanti, non servono iniziative o negozi nuovi, ma cittadini, andando oltre ai b&b e gli affitti agli extracomunitari, spesso al nero, che non risolvono nulla. Tutti i settori produttivi devono partecipare".
Chiara Frontini (liste civiche) "Abbiamo due emergenze, quella economica e quella demografica, dobbiamo procedere con l'impegno verso le aziende, completando l'urbanizzazione al poggino, con il collegamento alla Cassia, e nel complesso Acquarossa, e serve supporto all'accesso dei fondi europei.. Poi va creato un rapporto snello tra città e amministrazione, con un assessorato unico che riduca i tempi di attesa. Lo sviluppo per noi si basa su tre lati: cultura, economia e turismo, qualità degli spazi urbani, per riportare Viterbo come cuore della Tuscia, in rete con il territorio, capoluogo di sviluppo che smetta di guardare con invidia i paesi intorno che funzionano, noi dobbiamo essere eccellenza. Sul centro storico, dal decoro urbano agli eventi e turismo, annuncio che ci sarà una delega unica in mano al sindaco - e chiude rispondendo anche lei sulla sinergia con il potere di Roma: Smonto la filiera politica, specie con la Regione, perché l'abbiamo vista e sentita spesso e non è servita a nulla, altrimenti non eravamo qui a parlarne".
Alessandra Troncarelli (Pd - Cinque stelle - liste civiche): "Questi sono i nostri punti salienti, dopo avervi ascoltato: snellimento della macchina amministrativa, e si fa solo con la conoscenza, tempi certi e un tavolo di concertazione, ricordiamo che i lavori vanno fatti subito, altrimenti nel 2026 vanno restituiti i fondi. Nella brochure avete spesso citato la filiera con la Regione Lazio, ci sono tante soluzioni che sono state sollevate, specie dalla Pisana. Dobbiamo guardare al futuro con sviluppo e nuove opportunità di lavoro. Il decoro urbano è fondamentale ma è ordinaria amministrazione, Viterbo deve andare al passo con il tempo, è tutto organizzato: vanno date risposte e anche velocemente, la parte tecnica deve andare di pari passo con la politica".
Claudio Ubertini (Lega - Forza Italia, Udc, Fondazione per la Tuscia): "Grazie per aver sollevato questi punti, sicuro saranno in tutti i programmi, quello che è difficile è attuarli. Dobbiamo partire dalla città partecipata: il primo messaggio lo deve dare la politica, il dirigente deve stare sereno ed è la politica a dare le giuste indicazioni senza discutere, con un modo diverso di approcciarsi alla città. Oggi siamo d'accordo? Manteniamo questa condivisione anche dopo, evitando contrapposizioni tra maggioranza e opposizione. Serve un cambio di passo anche verso gli imprenditori, che non possono aspettare anni per una risposta. C'è la necessità di cambiare la città, come è cambiata la vita, va rivisto il piano regolatore, non aumentando il cemento ma prevedendo un miglioramento qualitativo, anche sul centro, dove servirà molto tempo ma le scelte dovranno essere condivise. Faccio un esempio: se si decide di chiudere il centro, una volta presa la decisione dobbiamo condividerla, evitando contrapposizioni solo perché si siede all'opposizione".
I candidati si sono così confrontati, senza eccessi, presentando la propria ricetta per la città. E la campagna elettorale prosegue.
Teresa Pierini