VITERBO - Dies Natalis, la nuova Macchina di Santa Rosa di Raffaele Ascenzi, è un progetto complesso, articolato, carico di storie e soprattutto soggetti.
Nella creazione moderna, dopo aver realizzato l'iidea di base con un disegno, per fissare la composizione artistica, interviene poi la tecnologia, oggi più che mai legata al 3D. E per creare una struttura in tre dimensioni è necessario avere davanti un soggetto reale. Per questo è stato lo stesso architetto Ascenzi che, dal palco del'Unione, ha indicato e ringraziato le modelle presenti, tra cui la moglie, e la bellissima ragazza che ha avuto l'onore di impersonare Santa Rosa.
E di questo si tratta, come sottolinea Alberto Mezzetti, estroso personaggio viterbese diventato famoso per la partecipazione e la vittoria al Grande Fratello. Alto, biondo, prestante, era esattamente l'immagine che Raffaele aveva pensato per uno dei suoi angeli.
"Ho fatto volentieri un favore a Raffaele, siamo amici da sempre e vivo a pochi metri da lui - precisa Mezzetti -. Mi ha chiamato insieme ad altre persone che lui riteneva idonee e abbiamo partecipato con gioia".
Come sappiamo, il bozzetto, ogni minima linea dovevano restare segreti per partecipare in modo anonimo al concorso di idee e la cosa più naturale sarebbe stata chiamare persone di fiducia, che non avrebbero detto nulla di quanto visto o fatto durante il lavoro necessario a dare forma e consistenza a Dies Natalis.
"E' stato fatto con naturalezza ed armonia, onorati di esserci - aggiunge -. Non mi interessa andare sui giornali, ci sono già stato e non considero questo un vanto per noterietà, è capitato per caso, come spesso nella mia vita, come avvenuto per il Gf. Se qualcuno pensa che la mia immagine e la mia chioma restano troppo appariscenti, la risposta è una sola: ho visto i disegni così come pensati da Raffaele e quell'angelo era così, rifletteva la mia immagine e io sono solo servito allo scopo. Sulla Macchina ho le ali, e trovo questo molto bello, come lo ha trovato la mia famiglia. Nella vita chi osa, come Raffaele, ha sempre ottenuto il massimo, l'ultimo pensiero del'architetto era legare la nostra immagine alla Macchina, siamo state delle comparse utili al progetto".
Tre mesi di silenzio, nessuna voce uscita da quel giorno davanti all'obiettivo: "Siamo stati 20 minuti immobili mentre Luca ci riprendeva intorno con lo scanner 3D, non si poteva nemmeno respirare per non vanificare il lavoro - conclude -; una giornata intera in studio tre mesi fa, ed era fondamentale comprendere che non avremmo dovuto dire nulla, per non inficiare il lavoro di Raffaele. La nostra presenza 'fisica' era necessaria per rendere perfetto il suo disegno, siamo state persone utili alla tecnologia, un modo per perfezionare il lavoro. Nessuno di noi pensa di toccare Santa Rosa e nemmeno avvicinarla. Adesso inizio ad avvertire un po' di responsabilità ed onore su quanto fatto. Il prossimo 3 settembre sarò emozionato, sicuramente, e farò il possibile per vederla da ogni parte di Viterbo. L'abbiamo vista e sappiamo che sarà bellissima, e in tanti hanno apprezzato questa scelta, scrivendomi e telefonandomi, e questo non può che rendermi felice".
Teresa Pierini