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Riscattiamo Vetralla: un percorso artistico per raccontare ai turisti storia e bellezze

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VETRALLA - Inaugurato il percorso realizzato con le foto di RiScattiamo Vetralla, il concorso organizzato dalla Pro loco Vetralla insieme all'amministrazione comunale, con il supporto della Regione Lazio.

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Un primo passo per creare un viaggio nella storia e nelle bellezze del paese, che si è arricchito degli scatti di Lorenzo Cicconi Massi, i primi già installati, altri ne seguiranno nei prossimi giorni.

Un progetto studiato nei minimi particolari, dalle cornici in ferro, anticate dall'effetto ruggine, minimali scrigni della bellezza rappresentata all'interno, che siano scatti tratti da "C'era una volta", che realizzati dai partecipanti al concorso, fino alla visione, a tratti onirica a tratti vitale, sempre in bianco e nero, del famoso fotografo. Foto ingentilite dalla bellezza della panchine che otto artisti del Movimento artistico vetrallese hanno dipinto secondo le proprie sensazioni.

L'inaugurazione ufficiale questa mattina, dalla sala consiliare, presenti il sindaco Aquilani, l'assessore Venanzi e il narratore di comunità Natali, che ha poi raccontato il percorso allestito nelle vie cittadine.

Immancabili i complimenti del primo cittadino: "Grazie a tutti quelli che hanno lavorato nel progetto, spendendosi per la nostra comunità. Dobbiamo creare le condizioni per accogliere turisti a Vetralla, curare il nostro patrimonio al meglio per trasmettere quanto ci è stato lasciato alle generazioni future" ha precisato, annunciando di aver partecipato anche alle prime riunioni per il progetto dedicato alla via Clodia, insieme agli 11 Comuni che l'attraversano.

Emozione per Daniela Venanzi, che ha avviato la sua esperienza amministrativa partecipando da subito al bando regionale che ha permesso l'intero progetto: "Grazie a quanti hanno permesso questo risultato, la nascita della galleria di RiScattiamo Vetralla, con il suo doppio significato, la Pro loco, le associazioni, il movimento artistico che ha decorato le panchine che arricchiscono la galleria a cielo aperto nata sugli scatti di Lorenzo Cicconi Massi".

Le utlime parole per Natali, che ha raccontato di aver seguito Lorenzo nella realizzazione dei suoi scatti, confessando di essere presente anche in uno di essi: "Ha fatto qualcosa di bellissimo, fotografia che rende vivi i vari angoli della città, cogliendo anche l'essenza del territorio, compresa Demetra, la nostra divinità della terra. Mi tolgo un sassolino dalla scarpa - ha concluso -: sappiamo che è scontato che ci siano critiche, ma solo chi fa sbaglia. La nostra comunità è bella, basta prendere gli aspetti positivi".

Dopo le parole è giunto il momento della passeggiata lungo il percorso, sempre raccontata da Andrea Natali: "Si parte dall'Eremo di San Girolamo, uno scatto del concorso, uno dei luoghi più ricchi del passato per le carbonaie nel bosco di faggio. Poi il corteo della sposa a braccio del padre, che un tempo valeva come 'passaggio di proprietà'. Notate la porta ritratta, che è stata bombardata dagli americani per fermare la fuga dei tedeschi".

Nelle foto di Cicconi Massi si cerca soprattutto la vita, il Duomo è sfondo della vitale gioia di alcuni bambini, presenti all'inaugurazione, in posa davanti lo scatto che li vede protagonisti.

Poi è la volta di uno dei panorami di Vetrralla, posizionato nella piazza principale, tre il Duomo e il palazzo comunale, una vista da Pian delle crete, dove il campanile è al centro dello skyline cittadino, con i suoi importantissimi boschi intorno.

Ed è qui che si incontrano le prime panchine d'autore, realizzate da Angelo Russo e Lidia Scalzo, descritte da Antonella Frontoni, del  Movimento artistico vetrallese: "È stato come iniziare una cosa nuova".

Tra gli scorci non poteva mancare Monte Fogliano, diventato vivo grazie ad un gruppo di ragazzi in gita, trasfromati in attori che fanno rivivere il bosco. Uno scatto cambiato grazie a loro: "Abbiamo visto la foto scattata prima - ha precisato Stefanai Carlini, presidente della pro loco - e quella dopo, con i bambini e i loro familiari, cambiava tutto, una piacevole sorpresa, immortalati per sempre".

Cura è protagonista della sezione "C'era una volta", con una cartolina d'epoca, probabilmente degli anni '30, che la descrive come "La Cura, luogo di soggiorno estivo". "Con i suoi 400 metri era perfetta come luogo fresco, specie per i romani in villeggiatura - ha aggiunto Natali -, ricordo che si chiama Cura come diminuzione del nome della chiesa di Santa Maria del soccorso per la cura delle anime del contado di Vetralla".

Sempre dalla storia viene l'immagine dedicata ai Pignattari, il mestiere tradizionale più diffuso a Vetralla, praticamente il cocciaro, con ben 14 famiglie che si dedicavano a realizzare stoviglie con la propria fornace. "Per risparmiare tempo e lavoro impilavano i manufatti - aggiunge il narratore - e per questo si chiamavano pilati. Durante la dominazione francesie ebbero l'ordine di produrre vasi di comodo, i pitali per le truppe, che andavano riposti nel comodino, che ne prende proprio il nome".

Ancora foto, con le mura ad archi, con la sua panchina dedicata e poi il Tempio di Demetra, in piazza Garibaldi, con protagonista la rupe e un'eterea divinità ritratta in cima allo sperone della pietrara.

 

Il tour si è concluso, al momento, in vicolo del sole, con un altro panoroma cittadino che domina la terrazza più calda (nella foto di apertura), una sorta di palco naturale, utilizzato un tempo per asciugare i panni che venivano lavati nel vicinissimo lavatoio pubblico.

Nei prossimi giorni verranno installati gli altri 11 scatti che completeranno RiScattiamo Vetralla, proseguendo nell'ideale viaggio che porterà a Veralla Città incantata.

Teresa Pierini