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Luce di Rosa onora la santa con il 51° trasporto per le vie del centro

Luce di Rosa arriva sul sagrato del Santuario

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VITERBO - Seconda notte per Luce di Rosa, la Minimacchina del Centro storico che sarà protagonista ancora per un anno, rispettando la regola del triennio come previsto dal Comitato (clicca qui per ammirare le foto).

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Una "minimacchina" che di mini ha solo il nome, vuoi per il percorso, lunghissimo, molto più di quello dei grandi, vuoi per la grande organizzazione necessaria per alternare i tre gruppi di piccoli cavalieri, divisi per età e, di conseguenza, altezza.

L'onore dell'avvio, per questo 2017, è stato un dono per i ragazzi: quello di sentirsi grandi, come i cavalieri di Rosa del 3 settembre. Il comando più atteso, il primo, è stato dato da Sandro Rossi, Capofacchino del Sodalizio: "Sotto col ciuffo e fermi", anche se la formazione è composta solo da spallette, "Sollevate e Fermi". Due comandi che ben conoscono i viterbesi, ma che lasciano sempre il fiato sospeso.

Si parte. Sotto la guida di Alessandro Lucarini, suffragato dal padre Renzo e da tutto il Comitato Centro Storico, la Minimacchina è puntualmente partita da piazza Dante, affrontando subito il primo ostacolo, l'arco dopo la banca che lo scorso anno ha creato qualche problema. L'esperienza è servita e tutto è filato liscio, come per ogni filo della corrente tirato, ogni balcone sporgente. Per tutto il centro Luce di Rosa scivola come se fosse portata a motore, il motore che il cuore d'oro di più di duecento bambini e ragazzi possono accendere grazie alla fede per la piccola santa viterbese.

Due i bagni di folla: piazza del Plebiscito, con le tribune piene di pubblico e tante persone in piazza, piazza Verdi, di nuovo tra scroscianti applausi. Lungo le altre vie sempre presenti due ali di folla. Come da tradizione, davanti al Santuario, il momento più emozionante, tutti i minifacchini non coinvolti nella salita, che spetta ai più grandi, sono seduti sulla scalinata, creando una macchia bianca con sprazzi rossi della cinta. Insieme l'attesa per l'arrivo della macchina portata di corsa, la gioia di aver fatto di nuovo qualcosa di grande, magari per l'ultima volta, perché sono tanti i minifacchini che superano i 14 anni e devono lasciare l'impegno, passando però alla fase organizzativa e sognando la prova di portata che faranno, in tanti, da maggiorenni. Alessandro è chiamato a gran voce, la prima ovazione con il consueto lancio in aria, di stile calcistico.

E' il vero inizio della festa, quella che cambia l'aspetto del centro storico, che fa sentire forte l'atmosfera e il sentimento unico che si respira a Santa Rosa.

Poco dopo mezzanotte Luce di Rosa è sulla via del ritorno, piazza Dante attende, i genitori aspettano di riabbracciare il loro piccoli eroi. La Macchina arriva, gira, e scatta l'applauso liberatorio. Alessandro vola di nuovo, spinto con forza in alto dai più grandi, mentre intorno tutti gli altri colorano di bianco la piazza con la pañolada della bandane.

Si accendono le luci, il Trasporto è terminato nell'ennesimo successo.

Teresa Pierini