VITERBO - Porte aperte nel cantiere di restauro all'interno del chiostro della cisterna (1497-1513), all'interno del Santuario di Santa Maria della Quercia, sostenuto dalla Fondazione Carivit.
Giovedì mattina la prima visita del pubblico per ascoltare le spiegazioni del dottor Rossano Pizzinelli, a cui è affidato il lavoro. In questo primo appuntamento era presente Fulvio Ricci, storico dell'arte che ha aggiunto particolari sul chiostro.
E' proprio Ricci a intrattenere i presenti, mentre Pizzinelli era impegnato nel realizzare alcuni delicati passaggi sulla lunetta al momento interessata al restauro.
"I dipinti sono stati realizzati tutti dopo il Concilio di Trento, quando gli ordini religiosi manifestarono la necessità di rinnovare conventi e chiese. I chiostri in particolare - ha spiegato Ricci - sono stati rielaborati con scene semplici e intellegibili da tutti, con spesso protagoniste scene di miracoli, molti dedicati alla stessa estistenza della famiglia religiosa, una sorta di narrazione dlela loro storia. Un progetto che coinvolse moltissimi pittori finanziati da mecenati, spesso famiglie aristocratiche, di cui si rintracciano gli stemmi dipinti. I pennacchi delle volte riportano figure parlanti, spesso santi, prelati e papi".
Un imponente lavoro che si è protratto per decenni a metà del Seicento, con protagonisti alcuni pittori importanti, come Pompeo Carosi, Ludovico Nucci e Camillo Donati, mentre i pennacchi sono state realizzati anche dopo, nel Settecento da Costantino Costantini.
Ventisei lunette di grandi dimensioni, le prime già restaurate, tra cui una delle principali, posta sopra l'ingresso della sacrestia, che raffigura il Patto d'amore, il gesto di devozione a cui si sottopose 650 anni fa la città di Viterbo e che si celebra ancora oggi ogni inizio di settembre.
"Le prime due già concluse ci hanno permesso un'analisi sulla realizzazione - ha sottolineato Rossano Pizzinelli mostrando il cantiere - è evidente la base in affresco per essere poi terminate a secco. Abbiamo proceduto con l'estrazione del sale, su una terza il lavoro tratteggiato mostra il punto dove siamo arrivati, e restaurato i punti dipinti. Quelle scomparse resteranno tali, ma andremo a togliere le parti sovrapposte, eliminando la parte beige, messa probabilmente nell'ultimo intervento degli anni '60, E' evidente che nel tempo ne sono stati realizzati altri, per fortuna ben fatte, come si nota dalla presenza di polvere di calce.
Le lunette sono state realizzate da almeno 4 mani diverse, nell'arco di molti anni. Le prime furono queste all'ingresso e poi mano a mano sono sorte altre, tutte come ex voto e illustrazioni di miracoli. Lavoreremo molto probabilmente fino ad ottobre per poi concludere in modo omogeneo le cornici, che saranno tutte uguali".
Per notare la differenza basta guardare l'immagine che segue:
Sopra prima del restauro, sotto dopo l'intervento sul paesaggio centrale che rappresenta Viterbo e soprattutto sui panneggi.
Teresa Pierini