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Un anno di Touring Club: il bilancio del console Ceniti

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VITERBO - Dodici mesi di attività proiettati alla valorizzazione delle bellezze del territorio: Vincenzo Ceniti, console Touring Club Viterbo ha illustrato il bilancio del 2017 dell'associazione durante l'incontro organizzato nella chiesa dedicata ai santi Giuseppe e Teresa, che poi ospitò la corte d'assise del Tribunale viterbese in piazza Fontana Grande.

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Ceniti ha ringraziato il gruppo di soci sempre attivo, tra questi Maria Rosetta Virtuoso ed Elisabetta Gnignera, e le associazioni cittadina con cui ha condisivo una serie di iniziative, tutte di successo: "Un grande lavoro, fai convegni con Egidio17 ai concerti con l'Associazione XXI secolo, che ha visto il Bullicame diventare affascinante luogo di musica, e il Premio Fausto Ricci, baritono viterbese, la cui figura è stata anche approfondita al Cedido, con cui stiamo lavorando per la ricostruzione del Teatro medievale e Rinascimentale".

Tanti i protagonisti presenti, tra questi Marco Zappa, l'artista che ha dipinto il "Giudizio Finale", la tela che domina la lunetta della navata centrale: "Un lavoro non terminato, perché non deve fermarsi alla lunetta ma proseguirà, prima però è necessario abbattere questo muro che è stato aggiunto successivamente".

Ceniti e Osbat

 

Luciano Osbat ha sottolineato la ricchezza presente in città: "Anche stamani abbiamo accolto una ventina di studenti, del Buratti, che non avevano mai visto il Cedido, un vero tesoro a disposizione di tutti. Un luogo dove lavoreremo per il teatro medievale e rinascimentale, una sorta di dialogo permanente con il pubblico che ascolta in modo attivo e partecipa con le emozioni. Una vera sfida che vogliamo accettare - ha concluso Osbat - per non finire sepolti e fossilizzati sotto il Christmas Village".

Una sorta di manifesto culturale, su cui ha aggiunto il suo pensiero il presidente della Fondazione Carivit Mario Brutti: "In questa città è presente il rischio del provincialismo, c'è sempre l'idea di realizzare qualcosa di galattico, mentre è bene essere giusti e dare la giusta dimensione a tutto. Non bisogna  pensare che Viterbo sia il centro del mondo, mentre è giusto che ci sia analisi e valorizzazione delle nostre risorse".

Risorse che si rischia di perdere, per sempre, come sottolienato da Antorio Rocca (Egidio 17): "Pensiamo solo a Palazzo Nini, agli affreschi che hanno retto 400 anni in modo impeccabile fino all'intervento dell'uomo, che con fili, grappette, e tanta acqua per innaffiare le piante ai balconi ha di fatto portato verso la fine un'opera unica. Siamo davvero alla fine, se non interviene subito li perderemo per sempre. Viterbo è una città opaca, dobbiamo fare in modo di salvaguardare quello che è rimasto".

Una discussione attiva, scaturita dal bilancio di un'associazione da sempre vicina al turismo e ai beni culturali. Guardando al domani, presto inizieranno i Pomeriggi touring, dedicati nel 2018 alle confraternite.

Teresa Pierini