CAPODIMONTE - Al via le celebrazioni "Giulia Farnese 500", in onore di Giulia "la Bella", nel cinquecentesimo anniversario dalla sua morte, un programma che lega con un filo diretto la cittadina lacuale e il borgo di Carbognano, che in questa prima fase hanno avviato iniziative ed eventi.
L'apertura ufficiale nelle ex scuderie Farnese di Capodimente, intorno all'arte di Roberta Mezzabarba che da anni studia e scrive di Giulia e che in questa occasione estende a musica, teatro e scultura, attraverso altri artisti, il suo progetto culturale.
A salutare il numeroso pubblico giunto alla "cascina" il sindaco Mario Fanelli: "Con oggi entriamo nelle celebrazioni del 500° anniversario dalla morte di Giulia Farnese, iniziando con i ragazzi delle scuole che stamani hanno ricevuto i quaderni di Roberta Mezzabarba, per far conoscere il personaggio e la nostra storia.
Questa è un'opportunità che non potevamo perdere e che sarà un ottimo indotto per tutto il paese. Con l'opera di Capotosti avremo anche un'immagine - conclude il primo cittadino - costruita attraverso tanti scritti su di lei giunti fino a noi".
Un momento fortemente sentito da Roberta Mezzabarba: "Ho sempre scritto di Giulia e ho pensato che non bastavano più le mie parole, ho quindi creato un contenitore di arti, coinvolgendo artisti ed amici. Una giovinetta di una grande bellezza, chiamata proprio Giulia La Bella, cresciuta ed istruita all'ubbidienza in un convento, mentre studia arte, ballo ma anche come gestire un castello. Promessa giovanissima ad Orsino Orsini, restati entrambi senza padre vengono uniti in matrimonio per volere delle madri, con lei sposa adolescente. Grave il disegno di farla diventare amante del cardinal Borgia, a cui viene offerta dalla stessa suocera, e passerà alla storia come amante del Papa. Scappa da lui quando muore il fratello Angelo e non vorrebbe più tornare, rifugiandosi a Capodimonte, ma il papa la minaccia di scomunica.
Quando resta vedova riceve in eredità il feudo di Carbognano, caso unico per una donna. Qui inizia la seconda parte della sua vita, con il papa che finalmente distoglie la sua attenzione per le azioni di Carlo V.
Quando il fratello diventa papa Paolo III il volto di Giulia diventa inviso- spiega ancora Roberta - perché la figura del pontefice diventava denigratoria, specie negli scritti ironici di Pasquino. E' lui a deciderne la Damnatio memorie, che ad oggi non ci permette di avere certezza sul suo volto. Con Francesco abbiamo costruito il percorso che porta a donarci il suo volto".
Viene così svelata la scultura creata da Francesco Maria Capotosti, che racconta il percorso: "L'imput creativo è nato da Roberta, la scultura che vedete è il risultato di una ricerca, come la Madonna del Pinturucchio in cui secondo Vasari è descrtita Gulia, e altri che l'hanno rappresentata. Ho comparato i dati dei vari volti e sono emersi dati antoprometrici corrispondenti, con cui ho costruito il volto. Facendo anche l'orafo ho immaginato una Giulia che mi commissionasse un corredo prezioso, con l'unicorno presente nello stemma di famiglia, fatto a gioiello con l'ametista, aggiungendo un diadema che vede al centro il giglio Farnese con perle. Che sia o no come Giulia, è il risultato di tutte le attribuzioni fin qui pervenute".
Il pomeriggio artistico è proseguito con il brano Iulia Mirada per chitarra sola, composto dal maestro Tiziano Grossi.
Infine l'arte scenica, con la rappresentazione teatrale del romanzo Iulia Farnesia, attraverso la lettura delle epistole tra Giulia Farnese, mostrata anche nella versione bambina, e l'amica Lucrezia Borgia, fino alla processione funebre che immagina il trasporto sul lago che la porta verso l'Isola Bisentina, accompagnata da fiori lanciati dalle ragazze e donne del paese.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi