MONTECCHIO - Un nuovo tassello per “Alimentarsi di vita”, il progetto della Fondazione Cotarella voluto per supportare giovani che si trovano ad affrontare Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA): è stata inaugurata Dimora Verdeluce, un luogo dove realizzare laboratori e percorsi di riabilitazione, sostenuti da Intesa Sanpaolo, attraverso il Programma Formula, in collaborazione con CESVI.
Ben 150 mila euro raccolti in tre mesi, da luglio a settembre 2023 su For Fundoing, grazie alle contribuzioni di privati cittadini e imprese, della Banca Intesa Sanpaolo e delle società del Gruppo, che oggi permettono di aprire una realtà "familiare" dove ragazze e ragazzi potranno seguire corsi e laboratori per approcciarsi alla conoscenza della natura, della nutrizione, dello sport e della cultura, effettuare percorsi di formazione utili al lavoro, scoprendo la propria vocazione personale.
"Speranza" la parola chiave usata dal vescovo di Todi e Orvieto, Gualtiero Sigismondi, poco prima di impartire la benedizione. Una parola condivisa poi da tutti gli ospiti, accolti dal direttore di Fondazione Cotarella, Ruggero Parrotto, che ha ricordato il primo importante passo, l'apertura del centro di ascolto ad Oriveto (leggi Fondazione Cotarella apre un centro di ascolto: "Accoglienza allo stato puro"). "Dominga, Marta ed Enrica hanno pensato ad un percorso di solidarietà, dedicato ai disturbi del comportamento alimentare. Sfida delicata ed entusiasmante, che mette insieme pubblico e privato e che in poco più di un anno ha accolto 1.500 tra ragazzi e ragazze, bisognosi proprio di ascolto" ha sottolineato.
Presente il sindaco Gori, in rappresentanza della cittadinanza di Montecchio: "Questo progetto, fortemente voluto da famiglia Cotarella, ha tantissimi elementi positivi: affonda nella nostra campagna, è stato voluto da tre donne e in una fase come questa fa tornare nella dimensione umana, che si trasforma in speranza".
La parola chiave che torna nell'intervento di Marta Cotarella, anche in rappresentanza delle sorelle: "La speranza è il vettore della progettualità di Verdeluce, ora serve che sia coinvolta la società per rendere tutto questo tangibile. Alcuni laboratori sono già partiti, sia per ragazzi che stanno facendo il percorso terapeutico che altri, a titolo preventivo, partendo dalla giusta conoscenza del valore del cibo. Siamo riusciti a farlo, ora facciamolo durare a lungo".
Da Intesa San Paolo è stata fatta notare l'importanza di un progetto che diventa vantaggio per il territorio, in grado di esprimere valori, fornendo assistenza ai ragazzi più fragili. Una collaborazione con l'istituto che prosegue da tempo, sempre ispirata al supporto delle nuove generazioni, come avviene anche nel prestito sociale per studenti, utilizzabile dagli allievi dell'Accademia Intrecci, permettendo di coprire il costo dell'anno accademico con una restituzione a tasso facilitato, senza garanzie, dopo il primo anno di lavoro, quando gli studenti sono già ampiamenti inseriti nella professione.
Grande soddisfazione anche per l'assessore regionale all'agricoltura Morroni: "Questo è mecenatismo moderno fatto da un'imprenditoria illuminata. Ci sono iniziative sociali che non si riescono a realizzare, lasciando un vuoto, ma quando a colmarlo sono imprenditori così lungimiranti, il Paese fa un salto in avanti. Questa è una realtà innovativa, con modalità originali offre qualcosa che non veniva fatto, che sarà foriera di tante altre opportunità. Questa comunità e la Regione tutta, oggi sono più ricche, per una terra che vi ha dato molto ma alla quale state restituendo tantissimo" ha concluso rivolgendosi alle sorelle Cotarella.
Per Cesvi è intervenuta Gaia, che ha ricordato come la realtà sviluppa obiettivi umanitari spalmati su progetti di lungo periodo, e attraverso la raccolta fondi Formula trovano le giuste risposte per dare soluzioni.
Il gruppo è stato poi coinvolto nel giro della struttura che, come sottolineato da Marta e Ruggero, non è un luogo di cura ma una dimora dedicata all'educazione necessaria per fare prevenzione, affiancando ragazzi e le loro famiglie, specie nella difficile fase del rientro nelle relazioni normali. Tra i progetti l'importante web radio, un luogo dedicato alle parole, dove i ragazzi si raccontano senza essere visti, trovando mano a mano fiducia in se stessi, seguito poi da un progetto teatrale.
Alimentarsi di Vita propone un percorso di accoglienza per ragazzi e ragazze dai 12 ai 25 anni che scelgono di rimettersi in gioco. Grazie al progetto, sono e verranno coinvolti in laboratori ed esperienze formative in un orto ed un giardino didattici, una fattoria con animali da cortile, sentieri dedicati al trekking, percorsi di orientamento nel bosco e strutture sportive per attività all’aria aperta.
Grazie a queste esperienze, i ragazzi possono così riscoprire il fascino della cucina, accogliere le emozioni legate ai sapori e ai profumi, farsi appassionare da colori e creatività. L’obiettivo è quello di fornire un contesto sereno e incoraggiante per avvicinarsi al cibo secondo un’ottica che possa suggerire anche un futuro professionale, con percorsi ispirati ai mestieri e ai profili oggi molto ricercati: chef, sommelier, giornalisti ed esperti enogastronomici, produttori agroalimentari o operatori turistici capaci di valorizzare le ricchezze territoriali.
All'inaugurazione era presente un rappresentante dell'amministrazione orvietana, ancora guidata dal sindaco Roberta Tardani, e la direttrice del Gal Orvietano Trasimeno, la dottoressa Francesca Caproni.
La struttura sarà punto di riferimento non solo per l'Umbria ma anche per l'intera Tuscia e l'Alto Lazio.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi