VITERBO - E' stata una serata straordinaria quella che si è svolta a Ferento per “Appuntamenti al tramonto” per l'omaggio a due grandi protagonisti degli anni '60 e '70 del cinema italiano: Federico Fellini e Alberto Sordi per i cento anni della nascita.
I due maestri sono stati ricordati per il loro intenso rapporto con la Tuscia, dove il regista riminese ha girato in particolare “La strada” (a Bagnoregio) che vinse l'Oscar quale miglior film straniero nel 1957 e “I vitelloni” (a Viterbo con Sordi tra i maggiori interpreti) film-cult straordinario. Sordi, per la regia di Luigi Zampa ha interpretato l'indimenticabile “Il vigile” con riprese effettuate per gran parte nel capoluogo e, sempre per Zampa, il IV episodio di “Contestazione generale” a Civita di Bagnoregio.
Nel corso della serata, condotta dal giornalista Giuseppe Rescifina, con la consulenza musicale di Giancarlo Necciari, direttore artistico di Jazz Up, un'elegante e bravissima Alessandra Ragonesi, grazie alle sue invenzioni, ha offerto una serie di movimenti coregrafici incentrati sui film indimenticabili di Fellini: “La dolce vita”, “Amarcord”, “8 e 1/2” e, naturalmente “I vitelloni”.
Una testimonianza particolare ha offerto Vincenzo Ceniti, console del Touring club, che ha avuto la possibilità, in quegli anni, di seguire le riprese de “I vitelloni” ed è stato una comparsa nel film “Il vigile”.
Eccezionale l'intervento di Nevina Scorsino, ultranovantenne di Bagnoregio, moglie di Ugo Trucca, che adottò un vecchio “trabiccolo” in mezzo usato da Zampanò (Antony Quinn) e Gelsomina (Giulietta Masina) nel film “La strada”. Nevina, ultima testimone delle riprese del film a Bagnoregio, è stata, anche una comparsa nella breve scena del matrimonio indossando, insieme a Ugo, gli abiti che avevano indossato il giorno del loro vero matrimonio. Spigliata e simpatica, la signora ha ricordato anche particolari momenti del soggiorno di Fellini a Bagnoregio, la partecipazione del regista ad un pranzo organizzato dalla sua famiglia e il regalo di un grande uovo di Pasqua inviato alla coppia dal regista riminese.
Emozionante il finale con la riproposizione del sonetto con cui Gigi Proietti, durante il funerale nel 2003, ha salutato il grande “Albertone”, alla presenza di circa 250 mila persone.