VITERBO - Il Quartetto Cetra appartiene alla storia della musica e della televisione italiana, mantenerne vivo il ricordo come atto d'amore è quello che, da sempre, portano in scena i Favete Linguis, il trio vocale composto da Stefano Fresi, Toni Fornari ed Emanuela Fresi, con la regia di Augusto Fornari.
Sabato scorso un teatro Unione stracolmo di pubblico ha potuto immergersi nelle atmosfere retrò dello storico gruppo, con una performance adattata ai nostri tempi, in linea con l'ironia a tratti dissacrante del Quartetto Cetra, allora mascherata da censure preventive, spesso raggirate con maestria.
Lo spettacolo è un piacevole viaggio nella musica ma anche una sorta di "Bignami" della loro attività, merito delle confidenze di Dino Verde, uno degli autori, e degli stessi artisti che andarono a vedere il trio agli esordi, fin da subito ammaliato dalla loro musica. Dal palco, quindi, Stefano, Toni ed Emanuela raccontano una serie di aneddoti incredibili. Da quello sulla censura, aggirata da Verde attraverso l'inserimento di parti decisamente fortissime, che venivano tagliate, per lasciarne altre, pur sempre forti ma a quel punto con un impatto meno grave da parte del censore, che ricordiamo interveniva addirittura sui testi, impedendo la trasmissione di frasi ritenute sconvenienti. Un racconto che funge da presentazione di un esilarante telegiornale, sempre stilisticamente consigliato da Verde al trio, che associa notizie lette ad incastro dai tre attori, che ascoltate senza soluzione di continuità strappano risate sulla politica di oggi.
Tra le performance con costumi spagnoli e la classica "Nella vecchia Fattoria", anch'essa con animali 2.0, c'è spazio anche per il politicamente corretto, prendendo a prestito Shakespeare e il suo Otello, il moro di Venezia che mette in evidenza tutte le contraddizioni del momento attuale.
L'autore inglese torna di nuovo protagonista nello sketch del suggeritore che tenta invano di supportare un attore impreparato, con tutte le conseguenze su battute assurde e fuori luogo che tanto fanno ridere il pubblico, una performance resa immortale anche da Proietti con la sua "Margherita".
Lo spettacolo si completa con alcuni video del Quartetto e le incursioni di Luca Ward, con il suo Gladiatore, e Francesco Pannofino, che scivola su Forrest Gump, irresistibili competitor del doppiaggio, e l'immancabile "So' Lillo".
A fare da collante sono le tre voci di Stefano, Toni ed Emanuela, che dopo decenni di spettacoli insieme si conoscono a memoria e propongono un entusiasmante viaggio nella musica italiana e non solo. Prima di salutare, Stefano confida l'incontro agli esordi con Virgilio Savona e la moglie Lucia, in prima fila in uno dei loro spettacoli, seguito da saluti e complimenti in camerino e un dono speciale, una partitura originale diventata fondamentale per perfezionare l'esecuzione.
Applausi finali e bis, con una versione ovviamente comica de La vasca di Britti e un secondo dono, un brano dei Trio Lescano, giusto per restare in tema con l'epoca dello spettacolo, proposta in una serie infinita di versioni, dai dialetti a quella da santuario, dai Beatles ai Neri per caso fino alla lirica.
Ancora applausi, il sipario di riapre per l'ultima gag, dimostrare che dietro a questo lavoro c'è una preparazione: escono trombe e violino e si parte per un concerto classico. "Si... ma di 8 ore, lo avete voluto voi" scherza Stefano Fresi, il tempo di lassciare gli strumenti a terra e intonare con fischietti e armoniche le sigle più famose.
Due ore di magia, professionalità ed arte, con uno sguardo al passato, da tramandare, e uno al futuro, perché la musica sarà sempre la colonna sonora delle vite di ciascuno di noi.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi