VITERBO - Applausi e un'infinità di risate al teatro romano di Ferento per l'Anfitrione portato in scena da Emilio Solfrizzi, nella doppia veste di regista e attore, indossando i panni del servo Sosia.
Uno spettacolo classico, spesso reinterpretato perché come racconta lo stesso Solfrizzi: "Plauto voleva 'l'aemulatio', quell'emulazione che lo rinnova con citazioni attuali, prestando però la massima attenzione a non tradirlo. Essendo un comico ho cercato di donare al pubblico il momento migliore, con citazioni che potessero leggersi come una giusta cifra".
Un risultato perfettamente riusciuto, per uno spettacolo che parte mettendo in discussione l'esistenza stessa di un uomo, che si trova senza nome per colpa di chi lo ha usurpato e lo mette in crisi, perché si rivede perfettamente nell'altro, uguale a se stesso. Ma stiamo parlando di Sosia, uno schiavo, che perdendo tale identità si può immaginare addirittura libero.
Uno spettacolo moderno e frizzante, incredibilmente veloce e dinamico, impreziosito da citazioni che avrebbero reso felice lo stesso Plauto.
Tra i tanti imperdibili passaggi Anfitrione che diventa familiarmente "Anfy", segno di una modernità che deve necessariamente trovare diminutivi a qualsiasi nome per renderlo più social, e i tanti giochi di parole (Liolà ed io qua, Cielo mio marito, o ancora "Hai fatto le scuole fattizie e quindi sei di coccio" o il finto Anfitrione impersonato da Giove che "non può che essere gioviale").
Incredibili anche le citazioni di film famosi o personaggi: sul palco, sempre con la bravura di Solfrizzi, trova casa Totò ma anche la commedia napoletana di Filomena Marturano e il cartoon Re Leone, con il figlio presentato esattamente come il cucciolo Simba. Perla assoluta il gioco del cofanetto, che dovrebbe contenere la coppa d'oro da donare alla moglie, che si trasforma nella versione antica di Affari Tuoi, con mattatore "AmaZeus" pronto a ripetere ogni gesto del programma, dalla tentazione del cambio fino al più classico "Scavicchi ma non apra", in una imitazione praticamente perfetta.
Una commedia godibile, assolutamente da non perdere, resa speciale dall'intera Compagnia Moliere, guidata da Sofrizzi, che in chiusura non può non ricordare come Anfitrione e Sosia siano personaggi così attuali da essere entrati nell'immaginario collettivo acquisendo ruolo e significato come sostantivi.
Teresa Pierini