BAGNOREGIO - Una carriera lunghissima e costellata di successi riassunta in una sera: missione impossibile per Ornella Muti, che ha scelto episodi professionali e di vita da donare al numeroso pubblico presente al Belvedere Falcone e Borsellino.
Questo però non vuol dire togliere spazio alle emozioni, che invece fluttuano e rendono speciale una calda serata estiva creata sullo sfondo dei Calanchi e Civita di Bagnoregio.
La bellissima attrice italiana, elegantemente vestita di bianco con accessori salmone, viene accolta dal sindaco Luca Profili e dall'amministratore di Casa Civita, Francesco Bigiotti, organizzatori di Civita luogo del pensare.
Sul palco la coppia artistica Espedito De Marino, alla chitarra, con la figlia Marta, cantante, pronti a creare quell'atmosfera caliente, con tinte napoletane tanto amata da Francesca Romana Rivelli. La donna, la persona, andando oltre al nome d'arte scelto per lei, perché al tempo c'era già una Rivelli: "Quello che non ho mai gradito è Ornella, perché io mi sono sempre sentita Francesca".
"Racconti di cinema" era il titolo della serata, ma è stato più un racconto di vita, partito dagli esordi cinematografici avvenuti quando era giovanissima: "Fui scelta accompagnando mia sorella ad un provino, non perché fossi più brava, semplicemente perché serviva una ragazza di 14 anni e per età fui presa io. Interpretai una ragazza bambina, che con l'anima riesce a muovere le montagne".
Sul set i registi erano duri: "Era un mondo rigido, perché c'era tanta gente e dovevano farsi ascoltare, poi era fondamentale risparmiare la pellicola. Allora mi aiutò Ugo Tognazzi, che resterà per sempre un fratello per me, un incontro umano importante e bellissimo - confessa -. Ricordo anche Depardieu, un omone esuberante e generoso, un grande attore che vive un mondo suo, non gliene importa nulla di quello che accade. Un altro set molto teso era quello di Ferreri, regista difficile. A fine film non ci parlavamo nemmeno più, ero troppo giovane per comprendere quello che cercava di infondermi ed ero testarda nella convinzione che io fossi nel giusto, oggi capisco che non ero pronta. Poi abbiamo fatto pace, ma i suoi film erano duri e difficil. Tra gli attori che ricordo con maggiore affetto c'è Philippe Noiret, con tutta la sua famiglia, che ho amato infinitamente".
Cinema impegnato, ruoli duri da interpetare a fatica, mettendo tutta la propria anima, che la fecero diventare una star del cinema imegnato, anche se poi la sua fortuna fu nella commedia: "Non volevo fare film leggeri, mi sentivo nel filone impegnato e farne una commedia, magari di Celentano, era impensabile, Poi, grazie a mio marito, ne ho fatti tanti, innamorandomi anche di Adriano e divertendomi molto, in tutti i sensi" aggiunge ridendo, confermando di aver avuto una bella storia con lui.
Un riscatto, quello del cinema per Ornella: "Il lavoro mi ha nobilitato, ho aiutato la famiglia, anche se in alcuni ruoli ho dovuto lavorarci molto, ma ho vissuto un'infinità di donne e sono grata di come oggi sono accolta dal pubblico. Ma è restato un lavoro, quando potevo portavo i miei figli sul set e ogni volta, appena finito, son sempre tornata a casa, perché la vera vita è il quotidiano". Un quotidiano che l'ha vista comunque soffrire, dopo aver perso il padre da giovanissima, a soli 11 anni, un uomo molto attento che la seguiva anche con regole rigide per proteggerla, decisamente in distonia con la madre, artista, che ha vissuto un'altra vita, felice di aprirsi e far aprire le figlie.
"Mi sposai giovanissima, a 19.anni, ma in amore non sono stata fortunata, forse ho cercato troppo la figura di mio padre che avevo perso giovane. Oggi amo la mia vita riitirata in campagna, dove accogliere gli affetti e chiudere il mondo fuori".
Tra i tanti colleghi non poteva mancare il ricordo di Massimo Troisi: "Mi fa molta tenerezza tornare a ricordare Capitan Fracassa, noi due, pesci con affinità incredibili. Un film tutto girato in studio, il 5 di Cinecittà, con ore di attesa per allestire il set. Nei camerini ho avuto modo di sentire la sua fame di vita, mentre partiva per Houston per andare a controllarsi il cuore, e sappiamo come è finita".
Non solo Italia nella sua carriera, anche Hollywood: "In America il set è impegnativo, è molto complicato anche gestire i rapporti con gli altri, colleghi o maestranze che siano. Si discute per le stanze della roulotte e il personale a disposizione, alcuni fanno pretese assurde, quasi follie, da noi è tutto molto più personale".
E infiine il teatro, l'ultimo amore sbocciato nel 2009: "Anche qui ho iniziato con un testo impegnativo, poi ho interpretato persino una morta. Adesso non mi vedo in una commedia, qualcosa da fare tanto per farla e magari pure un po' volgare. Per avere una risposta positiva dovrebbe esserci una proposta intelligente".
Speriamo che esistano sceneggiatori in grado di proporre ad Ornella Muti qualcosa del genere, per vederla ancora sul grande schermo da protagonista, dopo averla ascoltata così simpatica, dissacrante, sincera e aperta verso il pubblico grazie alla magica serata di Civita luogo del Pensare.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi