ORTE – La Tuscia è da sempre al centro di importantissimi progetti cinematografici, festival ed eventi: un solo paese, però, può vantare di esser quello dove “è nato il cinema”, un fasto che non è passato alla storia solo per la burocrazia, oggi come ieri un dramma irrisolto, che ha permesso ai fratelli Lumiere di dare il colpo di reni e presentarsi al mondo. Si tratta di Orte, grazie al suo cittadino illustre: Filoteo Alberini.
Fu lui il primo a inventare il kinetografo, nel 1894, un apparecchio usato per la ripresa e la proiezione, che, per un intoppo burocratico, riceverà il brevetto ufficiale solo un anno dopo la richiesta del suo inventore, in concomitanza con l'uscita nelle sale de “L'uscita dalle officine Lumiere” dei fratelli Lumiere. I giochi erano fatti, i proiettori erano ormai accesi su quelli che sarebbero diventati i registi francesi più famosi al mondo.
Oggi però è possibile ristabilire la storia, ridare dignità ad Alberini e raccontare quanto accaduto più di un secolo fa. L'occasione è il recupero del Festival del Cortometraggio, che rinasce dopo alcuni anni e presenta una V edizione decisamente importante, arricchita da un premio e soprattutto da un monumento realizzato dal maestro Joppolo.
Un amore per il cinema che parte da dentro il consiglio comunale, come confessato stamani dalla consigliera delegata alla cultura Valeria D'Ubaldo, accogliendo i Manetti Bros, strano il caso... ancora due fratelli, e un grande del cinema, il regista Vittorio Sindoni. “Ho l'onore di aprire ufficialmente il Festival, un progetto a cui crediamo molto e che abbiamo ripreso per omaggiare Alberini. E' una goccia che cade nello stagno – ha precisato aprendo l'incontro – ma sono certa che crescerà, come confermano i nostri grandi ospiti. Due giovani, ex rivelazione oggi consacrati al festival di Venezia, che amano infinitamente il cinema come dimostrano le citazioni inserite nel film, e il regista Sindoni. Spero che vi innamorerete di Orte e della figura di Alberini”.
Un messaggio di accoglienza ripetuto dal sindaco, Angelo Giuliani, che ha annunciato un intervento istituzionale finendo poi per svelare il suo passato e il suo amore per la settima arte: “Orte è una città introversa, chiusa e poco comunicativa, incapace spesso di pubblicizzare persone e bellezze. Sono molto felice di celebrare oggi un uomo che avrebbe inventato il cinema se non lo avesse fermato la burocrazia. Mi torna in mente la mia infanzia, quando seguivo mio padre, operatore della Tecnicolor: conosco quanto lavoro c'è dietro. Il cinema non è altro che la sintesi della vita, dove ognuno recita la propria parte. Alberini rappresenta il percorso della nostra esistenza, dobbiamo lavorare per far diventare Orte un punto di riferimento nel mondo del cinema”. Il primo cittadino ha annunciato l'avvio della procedura amministrativa per la consegna delle chiavi della città, sia ai fratelli Manetti che a Sindoni.
Parole raccolte dagli ospiti, che finalmente non avranno più nel proprio immaginario il cartello stradale con scritto Orte, segno di casa che si avvicina, come confessato pubblicamente.
“E' emozionante sapere che il cinema sia nato qui – ha precisato Sindoni – e che possa vedere un premio dato a questi ragazzi, che conosco da quando sono piccoli. Il papà, grande pittore e restauratore, è sempre stato al mio fianco come scenografo, e li ho visti iniziare in questo mondo. Anzi, sono stato testimone del primo incontro con Dora (presente in sala consigliare - ndr), la donna che sarebbe diventata moglie e madre di Marco e Antonio, eravamo a Scilli per uno spettacolo. In questa rassegna presento un nuovo film, 'Abbraccialo per me', un ritorno nelle sale dopo anni di televisione, una storia di sentimenti che venerdì 27 alle 10 sarà presentato ai ragazzi delle scuole”.
Soddisfazione per i Manetti Bros, in procinto di partire per la Cina, dove parteciperanno a festival e proiezioni del loro “Ammore e malavita”, lanciato anche in Oriente. “Orte merita moltissimo, ci siamo trovati davanti ad una cittadina bellissima, sicuramente ci possiamo innamorare di lei e della sua storia” ha precisato Marco, seguito da Antonio: “Prometto che non citerò mai più i fratelli Lumière come inventori del cinema, al massimo potremo dire che l'hanno rubato!”.
Ai Manetti Bros è andato il Premio Filoteo Alberini, una fusione in bronzo unica lavorata a mano che ricorda la scultura che sarà inaugurata sabato.
La statua si presenta come sintesi del lavoro cinematografico, con i quattro elementi che lo compongono, accorpando il regista, in fase di scrutamento, l'attore che domina la scena, la cinepresa, che ne forma il corpo centrale, e la pellicola, che mostra la creatività umana. Questi quattro elementi formano l'opera che sarà inaugurata venerdì 27 ottobre alle 18, posizionata in via dei giardini. “Omaggio al cinema” dedicata a Filodeo Alberini, è realizzata in acciaio corten, intagliato, saldato e patinato, è alta 250 cm e pesa circa 200 chilogrammi, si sviluppa nei quattro elementi già illustrati per il premio, che la riproduce fedelmente, tranne nel materiale di realizzazione, che nel premio è il bronzo.
L'appuntamento è quindi per le proiezioni e soprattutto per l'inaugurazione dell'opera, che mostrerà per sempre il legame tra Orte, Alberini e il cinema.
Teresa Pierini