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Storia, tradizione e dedizione: Vetralla s'inchina per lo "Sposalizio dell'Albero"

VETRALLA - Celebrato lo Sposalizio dell'Albero, la secolare tradizione che ogni 8 maggio unisce "in matrimonio" i cittadini vetrallesi con la selva di Montefogliano.

Un atto che dal lontano 1470 segnava la rivendicazione dei boschi nei confronti della città di Viterbo e che nel tempo è diventata raccoglimento e preghiera per la presenza dell'Eremo di Sant'Angelo, custodito dai Passionisti, come spiegato da Padre Gino: "I nostri sposi sono tutti gli alberi, addobbati a festa per questo momento di preghiera che permette di ricordare che qui siamo in un luogo santo, scelto da San Paolo della Croce che qui avviò una vita di preghiera che prosegue ancora dopo 250 anni" ha sottolineato prima di leggere una pagina della Genesi, dedicata alla Creazione, per poi benedire alberi e presenti: "Tutto quello che vediamo qui intorno è creazione di Dio, preghiamo perché continui a fare frutti", ha concluso.

Sul palco il sindaco Sandrino Aquilani, in veste ufficiale, il segretario comunale, assessori e consiglieri, il presidente della provincia Romoli, molti sindaci del territorio, la consigliera comunale viterbese Antonella Sberna, tutte le autorità militari, il consigliere Enit Sandro Pappalardo, Renato Chiti, di MedievalItaly, Antonio Tempesta, presidente Rievocazioni storiche Lazio.

La selva, i due alberi al centro, addobbata dalla Pro Loco Vetralla, che si prende l'onere di organizzare la manifestazione: il consueto fiocco di tulle bianco ad unirli, sotto fiori e piante, tanta ginestra, che torna nei tradizionali mazzi che saranno protagonisti del gesto d'omaggio.

Rinnovato il corteo, con tanto impegno della presidente Stefania Carlini, che ha coinvolto Elisabetta Gnignera nella realizzazione di un primo quadro di costumi, quello del 1470, oggi assolutamente adatto al tempo, a cui si è andata ad aggiungere la presenza dello storico Andrea Scriattoli, interpretato da Maurizio Annesi, che ha immerso i presenti in pieno Ottocento, accogliendo il corteo, insieme alla banda Pistella, agli sbandieratori e ai cavalieri.

Nel discoro ufficiale del sindaco Aquilani, che confessa un forte legame con questi alberi, c'è spazio per la traadizione e l'amore per la natura: "Una bella storia quella che viviamo in questo giorno, l’8 maggio di ogni anno, è per noi vetrallesi, un giorno veramente a dir poco eccezionale. La cerimonia dello Sposalizio dell'Albero, oltre al suo contenuto di alto valore simbolico, racchiude in sé, storia, cultura, e la tradizione più amata.
Abbiamo un compito importante noi cittadini, quello di custodire e proteggere il nostro patrimonio, quello di lavorare insieme per difendere ciò che di più prezioso è per noi, per i giovani, per gli uomini di domani.
La difesa del nostro territorio e delle nostre risorse naturali è una responsabilità collettiva che richiede l'impegno di tutti, attraverso azioni concrete, come la partecipazione a iniziative di volontariato e la promozione di pratiche sostenibili.
Dobbiamo impegnarci attivamente attraverso azioni corali, come la partecipazione a programmi di riforestazione, la promozione di pratiche di gestione forestale sostenibile e la sensibilizzazione sull'importanza degli alberi e dei boschi per l'ecosistema globale.
Dobbiamo costruire un mondo in cui l’impegno è valorizzato, un mondo in cui ognuno possa perseguire sogni e ambizioni, crescere come tanti alberi, prosperare come individui e come società.
Grazie per esservi uniti a noi oggi, e che il nostro impegno per la protezione e la valorizzazione degli alberi, continui ad ispirare le azioni della nostra vita.
Con l’augurio che questa nostra storia sia la storia di tutti i giorni".

Gli.alberi con il loro silenzio parlano, annuncia Annesi che nei panni di Scriattoli declama "Il mio paese" passando poi a raccontare la festa accogliendo il corteo, annunciato dalle note della banda Pistella diretta dal maestro Augusto Mentuccia.

Entrano i personaggi in costume, davanti i figuranti del 1470, con gli abiti nuovi ispirati allo sposalizio di Lorenzo da Viterbo, scelto come riferimento dalla storica del costume Elisabetta Gnignera. "Scriattoli descrive questa sfilata del 1470 che giunge fino all'eremo di Sant'Angelo - aggiunge l'attore - e la gente strappava rami agli alberi a dimostrarne la proprietà, mentre nel 1870 descrive la figura del Gonfaloniere mentre raccoglieva della terra gettandola poi ai quattro lati, sempre a rivendicare il possesso". Gonfaloniere che è presente nel gruppo storico, pronto a compiere il gesto di donare a padre Gino, passionista e custode dell'eremo, le chiavi. 

L'omaggio alla natura è il lungo corteo ottocentesco, aperto dal carretto addobbato, composto da contadine e contadine, famiglie, bambini, anche piccolissimi, un ritono alla natura, cuore del paese, fonte di vita.

Arrivano poi gli Sbandieratori di Vetralla che colorano la selva con le loro bandiere bianco rosse, tra gli applausi dei presenti.

E' il momento della lettura del rogito matrimoniale, come da legge con la segretaria comunale che chiama a testimoni il presidente Romoli e tutte le autorità presenti, insieme ai rappresentanti popolani e al comitato centro storico. Il sindaco Aquilani conferma la proprietà del territorio e le sue pertinenze, come fu restituito dal demanio al Comune nel 1877.

La banda esegue il Canto degli italiani, cantato da tutti, specie dai tanti bambini tra il pubblico, e la cerimonia si conclude con il carosello dei cavalieri, che parte con la tradizionale consegna dei mazzi di ginestra al sindaco Sandrino Aquilani, all'assessore al patrimonio Mauro Di Gregorio e all'assessore alla cultura Daniela Venanzi. Tutti i cavalieri, uomini, donne e ragazzi, eseguono il giro di carosello davanti alle autorità, che poi procedono alla firma dell'atto.

L'8 maggio 2024 è celebrato con il rinnovo dello sposalizio dell'albero che lega di nuovo Vetralla alla sua selva, da amare e proteggere (in gallery tutte le altre foto).

Teresa Pierini e Anselmo Cianchi