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Unitus al voto per il nuovo direttore del Disucom: coinvolgimento, trasparenza e comunicazione le linee guida dell'avvocato e docente Andrea Genovese

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VITERBO – Questa settimana, esattamente martedì 12 dicembre, si svolgeranno le elezioni per il nuovo direttore del Disucom (Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo) dell’Università della Tuscia.

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A presentare la candidatura anche l’avvocato Andrea Genovese, Professore ordinario di Diritto privato che, dopo aver salutato e ringraziato il professor Giovanni Fiorentino per il lavoro svolto fino d’ora, ha lanciato il suo documento in pochi punti: collettività del dipartimento e trasversalità; trasparenza nella comunicazione e nelle informazioni, costituzione della giunta; valorizzazione e potenziamento dello staff tecnico-amministrativo; commissioni e delegati; reclutamento e progressione di carriera del personale docente; rapporti con gli organi centrali di ateneo e con gli altri dipartimenti; valutazione della ricerca e piano di avanzamento; didattica; internazionalizzazione; terza missione e rapporti con il territorio; diritto allo studio.

Andiamo ad approfondire i concetti principali con l’intervista al professor Genovese.

Partiamo dall’inizio, perché candidarsi?

“È da qualche tempo che molti colleghi sollecitano una mia candidatura a direttore, pensando che le mie doti personali e professionali possano essere messe proficuamente a disposizione del dipartimento. Ho accettato perché tutti sostengono che la mia sia una candidatura che unisce e non divide, associata alla mia professionalità di giurista da mettere a disposizione nell’interesse comune. Dopo una lunga ed approfondita riflessione, estesa anche ai componenti della mia famiglia, ho deciso di accettare, immaginando una direzione caratterizzata ed arricchita dal costante coinvolgimento nei vari processi decisionali della componente studentesca e di tutto il personale del dipartimento, tecnico, amministrativo e docente”.

Approfondendo per macro aree, come pensa di gestire la comunità del personale Unitus?

“La collettività è la dimensione sostanziale per una comunità di studiose e studiosi, la cui attività didattica e di ricerca si basa su una condivisione organizzata delle finalità e delle metodologie. A tal fine, è necessario consolidare le occasioni di confronto, istituzionali e non, in cui vengono analizzati i problemi, precisati i percorsi, adottate le decisioni perché tutte e tutti siano effettivamente coinvolti e possano partecipare, coinvolgendo anche le colleghe e i colleghi più giovani per permettere loro di conseguire una piena comprensione del sistema universitario.
È essenziale che si curi l’aspetto della trasparenza nella comunicazione e nella circolazione delle informazioni, nonché quello della ponderata collegialità delle decisioni, mediante assicurazione di una discussione che possa dirsi aperta, libera e ampia su ciascuna di queste decisioni, tenuto fermo il ruolo deliberativo e le funzioni del consiglio di dipartimento.
L’attuale articolazione organizzativa permette solo una limitata gestione condivisa del dipartimento nelle sue diverse funzioni, è necessario concepire un organismo che permetta, di volta in volta, una consultazione e gestione conformi ad una politica del dipartimento volutamente partecipata ed efficiente. Per questo riterrei necessario attivare la giunta di dipartimento, da riunire a cadenze prefissate, prima del consiglio, con funzioni istruttorie e consultive, mai decisorie, nella quale sarà assicurata un’ampia rappresentanza delle aree e dei componenti del dipartimento. Va anche valutata la situazione del personale amministrativo e tecnico che ha recentemente subìto un ridimensionamento, anche a causa di alcuni pensionamenti”.

Come vede lo sviluppo futuro del dipartimento?

“Attualmente lavorano le commissioni permanenti ricerca, paritetica, terza missione, internazionalizzazione, orientamento e tutorato. In questi anni si è dimostrato necessario fornire alle commissioni permanenti alcune figure di supporto, quali docenti e tecnici competenti in campi specifici e disponibili ad attivarsi quando richiesto. Nei prossimi anni sarà necessario potenziare questa modalità d’azione, individuando tra le colleghe e i colleghi gli esperti nei bandi europei e nazionali disponibili ad aiutare chi si trovi impegnato nella stesura di progetti e domande, previo riconoscimento di adeguati incentivi.
Ritengo inoltre indispensabile definire una programmazione del futuro reclutamento docenti, che possa dirsi chiara e a lungo termine. Esiste un intenso dialogo tra il consiglio di amministrazione e i direttori dei vari dipartimenti, anche mediante singole audizioni su specifiche aree tematiche. va certamente rafforzata la trasversalità per superare eventuali steccati residui di un pensare passato e per mettere al servizio della comunità le tante competenze disciplinari, consolidando le linee di ricerca presenti e dando spazio ad altre soprattutto di giovani colleghe e colleghi.
Ed infine è sicuramente un compito comune l’avanzamento della valutazione della ricerca e l’elaborazione di un documento condiviso relativo alle linee guida che consentiranno all’attività scientifica di emergere per le competenze ed eccellenze presenti fra i docenti del nostro dipartimento”.

Al centro della dipartimento sono ovviamente gli studenti, come pensa di affrontare la didattica?

“Il Disucom gestisce un’attività didattica estesa, per numero di studenti, ed estremamente articolata, per quantità e qualità dei corsi di studio, con quattro lauree triennali e due lauree magistrali. A ciò si aggiungono i tre corsi di alta formazione e un master di primo livello.
Il dipartimento dovrà favorire una crescente integrazione tra i corsi di studio, essendo la formazione come un percorso unitario, potenzialmente capace di far conseguire allo studente le conoscenze di base, fino ad arrivare a quelle scientifiche più elevate. Il tutto nella convinzione che una delle sfide che il nostro dipartimento dovrà affrontare nei prossimi anni riguarderà proprio il piano della didattica e della capacità di attrazione degli studenti.
L’introduzione della commissione didattica permetterà inoltre l’emergere di nuove idee e quesiti da vagliare in modo collaborativo, nella convinzione che l’offerta didattica, pur articolata, risponda sempre più ad una programmazione d’insieme.
Sarà possibile portare a compimento questo ambizioso programma solo con il sostegno forte e convinto degli studenti, che costituiscono l’obiettivo principale e il motore pulsante della comunità universitaria. Ho intenzione di coinvolgere al massimo le associazioni studentesche nella partecipazione al dibattito, agli incarichi e agli eventi del dipartimento, anche creando una task force per il contrasto al fenomeno degli abbandoni, anche con azioni mirate al recupero degli studenti non frequentanti, volte all’ascolto e alla possibile soddisfazione delle loro esigenze.
Infine, sarà bene riflettere al futuro post lauream dei nostri valorosi studenti, anche istituendo un apposito corso di dottorato di ricerca presso il nostro dipartimento, l’unico in ateneo ad esserne sprovvisto”.

Chiudiamo con due sguardi verso l’esterno, partendo all’internazionalizzazione, cosa intende proporre?

“L’obiettivo è rafforzare il dipartimento a più livelli: dalla presenza di docenti di provenienza internazionale a visiting professor stranieri con titolarità di corsi; partecipazione a bandi internazionali competitivi; stipula di convenzioni con università o centri di ricerca esteri; organizzazione di eventi scientifici di carattere internazionale. Sarà indispensabile pensare a corsi di laurea (non singoli corsi di insegnamento) in inglese, possibilità di creazione di un centro di italianistica per studenti stranieri; pianificazione inizio Erasmus con le date dei corsi Usac presenti in Unitus, per poter garantire a chi non domina ancora la nostra lingua una formazione in inglese”.

Concludiamo con il secondo sguardo fuori l’Ateneo: terza missione e rapporti con il territorio...

“Nel dipartimento sono tante le discipline che presentano una naturale vocazione alla proiezione sul territorio, che siano lezioni, conferenze per la diffusione della cultura e del sapere scientifico, oltre alla partecipazione a grandi progetti e ai relativi finanziamenti (ad es. nelle campagne di scavo archeologico, nello studio di archivi e biblioteche, ecc). L’obiettivo è fornire un’organizzazione di queste attività in modo da acquisire visibilità attraverso un’adeguata comunicazione e rafforzando i rapporti con le istituzioni locali (enti, scuole, fondazioni, musei, archivi), per consolidare la presenza territoriale del Disucom. A tal fine, le azioni più importanti da programmare sono un’accurata mappatura dell’esistente, poiché il numero delle proposte è tale da sottrarsi alla nostra stessa conoscenza. In questo senso, la commissione terza missione si sta già mobilitando per offrire una catalogazione della tipologia di eventi e, naturalmente, un’adeguata rappresentazione degli stessi sul sito dipartimentale, da implementare anche a beneficio di una maggiore condivisione e trasparenza esterna”.

Teresa Pierini