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Canova, diventato Marchese di Ischia per il recupero delle opere d'arte trafugate da Napoleone

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ISCHIA DI CASTRO - La Rocca Farnese ha accolto un incontro per riportare in evidenza un fatto che pochi conoscono: Canova (Possagno, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822) artista e scultore, di cui si celebra il bicentenario dalla morte, aveva ricevuto il titolo di Marchese di Ischia, territorio di quel ducato di Castro dalla gloriosa storia.

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A ricordarne la figura un incontro alla Rocca Farnese di Ischia di Castro, dove il padrone di casa Stefano Aluffi Pentini, ha accolto gli ospiti ricordando l'importanza del luogo, il primo edificio Farnese, dove è nato e morto Ranuccio il vecchio, Signore di Montalto, Latera, Farnese, Ischia, Valentano e Cellere, Senatore di Roma dall’aprile del 1419, Signore di Piansano dal 1422 e Capitano dell’Esercito Pontificio.

Tra i presenti, oltre ai relatori Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, Claudio Strinati, segretario generale Accademia nazionale di San Luca, gli studiosi Francesco Leone e Fabrizio Carinci, Vittorio Sgarbi, sottosegretario cultura e presidente Fondazione Canova, il sindaco di Ischia di Castro, Salvatore Serra, e il collega di Gradoli, Attilio Mancini, molti amici e proprietari di dimore storiche, come Giada e Claudia Ruspoli, Farncesco Cozza Caposavi, i produttori Camilla Nesbitt e Pietro Valsecchi, Remo Parenti di Confagricoltura e numerose personalità della Tuscia.

Saluti doverosi per Vittorio Sgarbi, alla prima uscita nel territorio come sottosegretario, che ha ricordato la figura di Canova sul piano politico: "Perché la politica, quella buona, non certo quella del precedente ministro degli esteri o dell'ex presidente della Camera, è cultura. Ed è proprio per difendere la cultura ricordo la mia attuale battaglia, quella contro il fotovoltaico e l'eolico. Ci sono chilometri quadrati di brutture su cui installare pannelli, non certo vanno messi in luoghi come queste terre o il mare davanti Montalto". Sgarbi ha poi annunciato che prolungherà l'anniversario dedicato all'artista per tutto il 2023, estendendo il tempo per le mostre che non sono state organizzate causa emergenza sanitaria.

Soddisfatto il sindaco Serra: "il nostro è un piccolo paese ma abbiamo la fortuna di avere un importante patrimonio culturale, con il vanto del museo civico, che invito a visitare. Conosco Stefano da 14 anni e ne apprezzo lo sforzo e l'impegno per rendere questa struttura fruibile e visitabile, il nostro fiore all'occhiello".

La conversazione "tra amici" è entrata così nel vivo con il direttore Barbara Jatta: "Questo è un incontro di amatori di Canova e sono lieta di avere il presidente della Fondazione che lo sta celebrando, anche obolo scultore ebbe la fortuna di esserlo anche in vita. Un genio che da semplice scalpellino diventò artista, che fu commissario alle antichità per 20 anni, cosa che modificò il modo di proteggere i beni culturali. Ottenuta l'iinvestitura papale per il recupero delle centinaia di opere trafugate da Napoleone, colse il valore del Louvre, apprezzando il concetto moderno che vedeva le opere come universali, fruibili e non chiuse.

Quando fu nominato marchese di Ischia, titolo meritato per il ritorno delle opere, pensò ai giovani, utilizzando i proventi per dare vita ad un premio all'accademia di San Luca. In Vaticano - ha concluso - andremo a valorizzare la sua grande figura che ci permette ora di avere tante opere che  sappiamo provenire da altri territori, quali ad esempio l'Umbria, ma quelle opere sono state celebrate e viste da chiunque proprio perché esposte nei Musei Vaticani. Apriremo una sala dedicata al Canova, con una parte dedicata ai suoi bozzetti e programmeremo altre due mostre nel 2023".

Anche lo storico Claudio Strinati ha ricordato il ruolo pubbico di Canova: "Fu promotore eccelso della politica di difesa, artista immenso e principe dell'accademia di San Luca, e diede tanto sostegno alla gioventù, partendo dallo studio romano di via delle Colonnette, luogo di incontro e confronto, dove accoglieva gli ospiti mentre lavorava, comportamento molto amato dai giovani. Un esempio colto dall'Accademia, la cui ambizione è sostenere talenti in grado, in futuro, di proseguire con il proprio lavoro. Celebreremo Canova con la mostra nella nostra sede, che sarà inaugurata il 16 dicembre".

E' poi Francesco Leone, autore del libro "Antonio Canova, la vita e l'opera", annunciato da Strinati come il maggior studioso dell'artista, a proseguire nel racconto del Canova uomo di Stato: "Abbiamo numerose testimonianze, provenienti dalla corrispondenza epistolare, in cui Canova spiega come visse male quella nomina. Parte per Parigi contro la sua volontà, le truppe napoleoniche sono per lui la devastazione di millenni di storia romana, e vive una missione di quattro mesi di notti insonni; è angosciato per gli scarsi risultati raggiunti inizialmente e spera di portare almeno a casa Apollo e la Trasfigurazione, un risultato per una missione che lui non ha cercato. Torna trionfatore e viene inscritto nel libro d'oro della nobiltà romana, come marchese di Ischia ed utilizza i 3000 scudi all'anno che frutta di rendita il feudo per borse di studio e aiuti, e ben 1100 vanno agli artisti poveri, che non potrebbero permetterselo. Entra tardi in Accademia, ma porta subito la sua linea verso i giovani, che aiuta a formarsi, inventando il 'Premio dell'anonimo', perché non voleva nemmeno apparire".

Un ritratto umile, quello di un uomo che invece ha rivoluzionato arte e scultura, proseguito anche nelle parole di Fabrizio Carinci, accademia di San Luca, attraverso la lettura di alcune lettere scritte da Parigi,: "Tra le quali la richiesta di un elenco di opere preferite da recuperare per prime e un'altra in cui provò a rinunciare al titolo concesso da papa Pio VII, impossibile da rifiutare, e la scelta di restituirlo al prossimo, come gesto di generosità.

 Tra i premiati risultò Giovanni Silvani - ha concluso - con un dipinto ora in restauro per esporlo alla mostra, diventato poi principe dell'Accademia e anche lui finanziatore di giovani. E' sicuro che possiamo definire Canova tra gli uomini che fanno grandi le nazioni".

La mattinata si è conclusa con una visita nei locali della Rocca in ristrutturazione, con uno studio per il recupero della stanza in cima alla torretta.

Teresa Pierini e Anselmo Cianchi