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Emozione e sorrisi nella "vita abbastanza" di Piermaria Cecchini

Libri
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VITERBO - Il cortile di Palazzo dei Priori ha accolto uno dei suoi figli, che qualche anno (o decenio) fa entrava qui con la lambretta a fumarsi una sigarette sognando una vita meravigliosa (citazione diretta dell'autore). Adesso quel figlio entra come scrittore, dopo una carriera come attore e regista di cinema, teatro e televisione: Piermaria Cecchini ha presentato il suo primo romanzo "Una vita abbastanza" edito da LuoghInteriori.

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Accolto dal sindaco Arena e dall'assessore De Carolis, con entrambi a riconoscergli una professionalità e una buona fetta di "viterbesità" che è solito portare sui palchi di tutta Italia, senza mai dimenticarsi le sue origini, ha raccontato insieme ai vertici della casa editrice questa sua opera prima letteraria.

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Il lancio con le parole di Alice Forasiepi, sua editor: "un romanzo sorprendente che mette la vita del palco sulla pagina scritta. Leggendolo, pur avendo un vissuto diverso dal suo, la mia vita è salita sul palco con la sua. Invito a farlo, sicuramente leggendolo vi succederà e, ad un certo punto, vi accorgerete che siete tutti li e nessuno resterà in platea". Parole che hanno confermato uno stile teatrale che è l'anima stessa di Piermaria.

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Stupore per Antonio Vella, titolare della casa editrice: "E' così bello trovare momenti per la cultura, quanto fatto dal Comune di Viterbo è un atto meritorio, troppi mesi siamo stati costretti ad evitarlo, per noi è il primo appuntamento in pubblico dopo il blocco, e ci sembra di rinascere. Il viaggio è la nostra linea editoriale e il libro di Piermaria è perfetto, tocca temi come amicizia, famiglia, amore, che hanno contraddistinto la vita di tutti noi".

L'artista Guido Landucci ha curato la copertina, quella che doveva essere "Blu Cecchini" e che soprattutto vedeva protagonista la tenerissima bassottina Merci: "Abbiamo fatto un grande lavoro per la copertina, dove la protagonista era lei e immaginate che fatica farla. Sono amico di Piero e non posso che consigliare di leggere questo libro, così lo scoprirete e gli vorrete ancora più bene". Sul palco anche Alessandro Maurizi, poliziotto prestato all'editoria, che ha rappresentato il volto amico di Viterbo e ha letto alcune pagine del libro, facendole sentire reali per tutti i presenti.

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Quando arriva il suo momento il cielo dietro la fontana inizia a prendere i meravigliosi colori del tramonto e Piermaria Cecchini non tenta neanche di nascondere l'emozioe: "Grazie a tutti voi che siete qui. Scrivere mi è sempre piaciuto, ho iniziato con le poesie per le ragazze, senza avergliela mai data una, poi sono venuti i racconti, le scenografie e i film. Qui è diverso, ho avvertito un grosso impatto emotivo: è più le volte che ho pianto di quelle che ho scritto, è stato un bel dolore, ma sottolineo bello, mi ha riconciliato e ho scoperto che ho fatto una bella vita, sono stato fortunato".

Poche parole, perché non è facile per niente, e allora con la sua voce teatrale è meglio leggerla qualche pagina, e non per caso sceglie il film, che poi è la sua vita.

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L'incontro si è concluso con la performance di Laura Antonini, accompagnato dall'Hang Drum di Michele Villetti: suo il reading più emozionante, quello delle prime pagine che vanno a raccontare Piermaria quando ancora non c'era, quando un incontro casuale tra una donna piena di sogni e un affascinante signore dagli occhi blu e i baffi alla Clarke Gable gli ha dato la vita, a lui e alla sorella gemella. Un dettaglio non da poco, che in pochissimi conoscevano, che Piermaria si toglie dalla scarpa come se fosse un sassolino, o un masso, vista l'emozione che non nasconde mentre sente le sue parole lette da Laura, mentre continua a martellarsi le mani come potesse dare un ritmo più rilassato al suo cuore impazzito. Poche pagine, 3 o 4 e l'incontro con quelli che sarebbero diventati, un paio di anni dopo, i suoi genitori.

"Una vita abbastanza" inizia così con un epilogo che ti arriva addosso come un treno in corsa, e con un papà ferroviere non poteva essere altrimenti. Poi si tira un sospiro di sollievo e inizia il racconto della Viterbo, anzi scusate Buffazzo, della fine degli anni 60 e iniziano a volare i sogni, tutti da leggere nelle pagine del romanzo.

Ve lo racconteremo, forse presto, ma ora tocca a voi, perché leggendolo si diventa protagonisti con Piermaria e ci si prepara ai prossimi due romanzi, per una trilogia che sia storia, sogni e amore di sessant'anni di viterbesità.

Teresa Pierini