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Lucia e Grazia: mamma e figlia raccontano l'anoressia con la speranza nel futuro

In Provincia
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ORVIETO - Il centro di ascolto della Fondazione Cotarella è stato inaugurato con l'emozionante racconto delle due ragazze che da tempo seguono il percorso orvietano e da una mamma, che ha vissuto come famiglia l'altra faccia della malattia, altrettando se non maggiormente dolorosa.

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Alba ha annunciato la sua guarigione e l'avvio dell'impegno in Fondazione (come scritto nell'articolo fotografico dedicato all'inaugurazione Fondazione Cotarella apre un centro di ascolto: "Accoglienza allo stato puro") .

Grazia e Lucia hanno invece aperto il cuore raccontando il complicato percorso. 

La figlia è stata la prima ad intervenire: "Come è cambiata la mia vita... mi chiedo cosa avrei scritto un anno fa, il 15 aprile del 2022. I miei pensieri erano diversi, l'anno scorso non conoscevo le sorelle Cotarella e non sapevo che la mia vita sarebbe cambiata, allora forse avrei scritto 'un foglio bianco' o forse parole vuote, piene di tristezza e solitudine. Avevo la famiglia vicina, molto preoccupata, ma la volevo lontana. Avevo giornate schematiche, uguali e fini a se stesse, piegate al problema alimentare, ogni variazione mi creava difficoltà. Il futuro era paura ed ero convinta che la mia vita non sarebbe mai cambiata. A giugno ho conosciuto le persone che, invece, hanno cambiato la mia vita, facendomi scendere dalla ruota da criceto dove stavo. Da Firenze piano piano mi sono spoosta ad Orvieto, lasciando quella morsa del disturbo alimentare, che mi teneva stretta al guinzaglio. Ora capisco che aiutare aiuta e per aiutare devo allontanarmi dalla malattia, pronta a tendere la mano.

Questa battaglia si può vincere - ha proseguito Grazia - ora il guinzaglio si allenta, quando rido a crepapelle sul divano con mamma, e non capitava da tempo, e quando mi guardate voi, Dominga, Marta ed Enrica, capendomi. Oggi scrivo di gioia, mi sento infinita, alcune abitudini ci sono ancora, però mi sto abituando ai cambiamenti, mi abituo alla vita. La certezza siete voi, piano piano camminerò da sola. Il futuro non lo conosco, ma voglio vederlo, finalmente mi vedo nel futuro".

Un racconto che ha commosso i presenti, specie mamma Lucia, che ha avuto la forza di raccontare il percorso di Grazia e della famiglia: "Sono arrivata qui dopo 10 di psicologi, centri, ospedali, facevo il frate cercatore, cercavo e la trascinavo. Mi dicevano che non sarebbe mai stata un adulto normale, mia figlia. Alla fine, sfinita, ho cercato realtà che non parlavano di medici ma di vita. Son capitata su una diretta social di Dominga, stavolta è stata lei a trascinarmi dentro. Le ho cercate con la scusa di una visita in cantina ma non c'erano date, tutte impegnate, a quel punto ho detto il motivo, ho parlato di Grazia e dall'altra parte del telefono si è presentata quell'interlocutrice, era Enrica, mi ha passato subito Dominga e il 9 maggio ero qui, per conoscerle. Sono rimasta estasiata, mi hanno presa per mano e hanno detto 'Ce la facciamo'. Grazia era identificata con la malattia, non era lei, e uscendo fuori ha visto una possibilità. Fondazione Cotarella è certezza, è sentimento".

Grazia sta lavorando su se stessa e per gli altri attraverso la Fondazione, e ha una certezza, la frase che ha scritto sul palloncino lilla della mamma, che hanno poi lanciato al cielo di Orvieto: "Ce la faremo", come pochi attimi prima aveva detto per lei Lucia.

Teresa Pierini